
di Daniele De Salvo
"Io c’ero". A esserci contro il razzismo e l’ignoranza è Simone Giordano, nome d’arte Nettuno, rapper di 20 anni di Calolziocorte, la città dove si volevano istituire "zone rosse" vietate ai migranti. Il giovane artista, nell’ultimo suo pezzo intitolato "Io c’ero", che in meno di un mese ha già incassato 40mila visualizzazioni solo su Youtube, punta il dito proprio contro le discriminazioni verso chi arriva da paesi lontani e ha la pelle scura, convinto che nel futuro simili comportamenti e atteggiamenti non troveranno più diritto di cittadianza. Ma nel testo, molto aggressivo sia nelle parole in rima sia nel beat, affronta anche la questione della legalizzazione della marijuana e degli spacciatori, come quelli che "affollano" il parco lungo l’Adda teatro di numerose retate da parte di carabinieri e poliziotti.
"Io c’ero per me significa che, volendo o non volendo, ci sono stato, ci sono e ci sarò nella lotta al razzismo, nel sostenere chi subisce discriminazioni dagli ignoranti, nell’impegno per la legalizzazione delle droghe leggere e per "difendere" chi è costretto a venderle – spiega il 20enne -. Si tratta di tematiche molto attuali anche a Calolziocorte: il regolamento poi fortunatamente cancellato di proibire l’accoglienza dei richiedenti asilo politico in alcune zone lo testimonia, come lo testimoniano le lamentale di molti che sostengono che alcuni parchi pubblici sarebbero ormai in mano a spacciatori, che tuttavia non vanno loro a cercare clienti, non avvicinano nessuno e che occupano posti semplicemente lasciati liberi... Negli anni ‘70 e ‘80 toccava ai meridionali, ai "terroni" come insultavano mio padre, oggi agli zingari o agli stranieri apostrofati neri con una g in mezzo, poi chissà, perché la ruota continua a girare se non la fermiano e quello che diciamo e facciamo contro gli altri potrebbe ritorcersi contro".
Il video del suo ultimo brano, in stile molto afro quasi fosse ambientato in uno dei sobborghi di New York nel cuore del Bronx della Grande mela, è stato invece girato in paese, al lido al Pascolo, insieme ai suoi amici di sempre ma anche con diversi ragazzi reclutati all’istante, che si sono aggiunti alla coreografia al momento delle riprese dopo aver ascoltato per la prima volta il pezzo.