Lecco, 9 luglio 2024 – Addio, monti sorgenti dalle acque inquinate. Se i Promessi sposi venissero scritti ai giorni nostri, Alessandro Manzoni dovrebbe modificare il celebre “Addio monti” di Lucia che lascia e saluta Lecco.
Oltre ai monti sorgenti dalle acque inquinate, dovrebbe specificare inoltre che i torrenti non si distinguono solo lo scroscio, ma anche la puzza. La foce del torrente Caldone che si immette nel lago di Como nella zona della Canottieri Lecco è infatti fortemente inquinata, perché contaminata da enterococchi intestinali ed escherichia coli, che già dal nome si capisce da dove arrivino.
Lo è anche quella dell’Inganna a Colico, dell’Esino a Perledo, del Meria a Mandello del Lario e del Gallavesa a Vercurago. Se su quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno si piange, sulle sponde del ramo comasco non si ride, perché sono fortemente inquinate pure le foci del Cosia, ai giardini a lago di Como, vicino al tempio voltiano, e dell’Albano a Dongo.
Sono 7 i punti lungo tutto il Lario ritenuti fortemente inquinati dai ricercatori di Goletta dei laghi di Legambiente nell’ambito dell’annuale campagna di monitoraggio sulla qualità delle acque dei bacini lacustri, mentre solo in 4 i parametri riscontrati dai campionamenti delle acque sono risultati entro i limiti di legge.
Tra i sette punti fortemente inquinati, i tre alle foci dei torrenti Cosia, Albano e Meria lo erano già l’anno scorso, mentre gli altri quattro punti alle foci dei torrenti Inganna, Esino, Caldone e Gallavesa, tutti sul versante lecchese, nel 2023 erano puliti. La situazione è quindi peggiorata.
Acque ok
Le zone promosse sono invece le foci del Telo ad Argegno e del Breggia a Cernobbio, nel Comasco, e dell’Oro a Bellano e del Varrone a Dervio, nel Lecchese. "Sul lago di Como persistono alcune criticità che riscontriamo da anni e che, al di là dell’eccezionale momento meteorologico che continua a interessare il Nord Italia, richiedono particolare attenzione", commenta Emilio Bianco, portavoce di Goletta dei Laghi.
"Purtroppo, poco è cambiato rispetto alle criticità evidenziate negli anni precedenti – aggiungono Costanza Panella, presidente del circolo di Legambiente di Bellano, Diletta Negri del circolo di Lecco e Enzo Tiso di Como, affiancati dalla presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto -. Emblematiche continuano a essere le situazioni della città di Como con il torrente Cosia, ricettacolo di scarichi non controllati, del torrente Caldone a Lecco che riceve, evidentemente, reflui non collettati".
Da qui la richiesta, pressante, di "interventi sulle fognature, per evitare di alimentare l’inquinamento del lago già messo sotto pressione da navigazione, cementificazione e pressione turistica".