Carargo, escursione fatale con la mountain bike: Angelo muore nel dirupo

Angelo Ferrario, cinquantunenne di Gravedona è scivolato sul ghiaccio

Soccorso alpino in azione (De Pascale)

Soccorso alpino in azione (De Pascale)

Casargo (Lecco), 1 dicembre 2019 - Nonostante le larghe ruote da neve è scivolato su un lastrone di ghiaccio ed è precipitato per una cinquantina di metri in un dirupo, senza possibilità di scampo. A morire nel primo pomeriggio di ieri è stato Angelo Ferrario, 51 anni di Gravedona, provincia di Como, che, insieme ad alcuni amici, in sella a una mountain bike, stava percorrendo l’anello del Monte di Muggio, nel tratto dello sterrato a mezza costa tra Alpe Giumello sopra Casargo e l’Alpe Chiaro. «Li avevo avvisati di stare molto attenti che non si sta in piedi nemmeno con le ciaspole ai piedi, figuriamoci in bicicletta», riferisce Flavio Spezzadeschi, rifugista del rifugio Shambalà e guida alpina – reduce da escursioni in Himalaya molto più impegnative delle gite sulle montagne della Valsassina – che ha servito il pranzo a un gruppo di ciclisti, tra cui il 51enne comasco. «La neve sciolta dal sole è molto scivolosa e per il freddo ghiaccia – spiega –. Per questo avevo raccomandato di prestare attenzione, anzi mi ero permesso di suggerire di tornare indietro. Purtroppo non hanno voluto ascoltarmi».

Il ciclista , che tra l’altro si sarebbe avventurato in una zona che anche d’estate viene solitamente percorsa solo a piedi, poco più tardi è finito su un punto di mulattiera gelato, non è stato più in grado di governare la bici, né di frenare e nemmeno di reggersi in equilibrio ed è volato in un burrone che costeggia il lato di valle del sentiero, sotto gli occhi di un altro compagno di pedale che ha subito lanciato l’allarme. Sono subito decollati dalla base di Villa Guardia i sanitari dell’eliambulanza di Como arrivati sul posto nel giro di pochi minuti. I soccorritori tuttavia non hanno potuto far altro che constatare il decesso e poi recuperare la salma di Ferrario. Sono stati mobilitati anche i carabinieri che a fatica, nonostante l’equipaggiamento, sono riusciti a raggiungere il luogo dove si è verificato l’incidente letale. Poche ore dopo gli operatori dei vigili del fuoco, del Soccorso alpino e di nuovo dell’eliambulanza di Como si sono dovuti nuovamente mettere in marcia per assistere due giovani escursionisti che si sono persi tra Primaluna a Introbio.