Molotov e proiettili a casa del sindaco Roberto Paolo Ferrari: 12 anni, niente colpevoli

Oggiono (Lecco): alla sbarra in otto, ma il giudice ha archiviato la vicenda e sentenziato il non luogo a procedere "per non aver commesso il fatto".

I rilievi

I rilievi

Oggiono (Lecco), 11 febbraio 2023 - Una molotov lanciata contro la finestra di casa e un proiettile calibro 9 imbucato nella cassetta delle lettere di un sindaco, tanti sospetti, otto indagati, due udienze di un processo lampo, ma nessun colpevole, nemmeno alcun movente certo. Il caso dopo 11 anni e 2 mesi è stato chiuso senza una verità. È come uno dei tanti misteri italiani destinati a rimanere impuniti la duplice intimidazione in stile mafioso messa a segno nella notte tra l’8 e il 9 aprile 2011 contro l’ex borgomastro di Oggiono Roberto Paolo Ferrari.

Per il gesto, che avrebbe potuto scatenare un rogo nell’abitazione dove, oltre all’ex primo cittadino fino al 2019, c’erano pure i suoi familiari, sono finiti alla sbarra in otto appartenenti ad una famiglia originaria di Vibo Valentia a Reggio Calabria, accusati di aver fabbricato e lanciato la bomba incendiaria e di aver spedito la cartuccia per una concessione edilizia mancata. Sarebbero stati immortalati sulle uniche auto passate nei paraggi in concomitanza con l’attentato. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano mercoledì tuttavia ha archiviato la vicenda e sentenziato il non luogo a procedere "per non aver commesso il fatto".

Caso chiuso quindi, sebbene il mistero resti. "Dodici anni per un procedimento giudiziario sono troppi", punta intanto il dito contro la giustizia lumaca Roberto Paolo Ferrari, che durante la scorsa legislatura è stato deputato della Lega, mentre ora è consigliere di minoranza. "Nel merito degli atti e delle procedure processuali non intendo entrare, perché ho rispetto e fiducia nel lavoro di investigatori, inquirenti e giudici – prosegue l’ex sindaco -. Non mi pare tuttavia un bel segnale di attenzione e tutela nemmeno verso tutti gli amministratori comunali e e locali, che sono quotidianamente esposti a possibili minacce e intimidazioni".

In seguito alla molotov e al proiettile calibro 9 lui non è più preso di mira. "È passato tanto tempo, non mi è successo più nulla e la paura ormai mi è passata, sebbene inizialmente fossi molto preoccupato, specialmente per i miei familiari più che per me – conclude l’ex sindaco -. Certo, simili situazioni non sono da sottovalutare in una provincia come quella di Lecco dove sono state scoperte molte infiltrazioni".