Missionario ferito da una mina in Africa, il rimpatrio è urgente

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Padre Noberto Pozzi (foto) oggi arriva in Italia. Il missionario carmelitano scalzo di 71 anni originario di Lecco, che venerdì della passata settimana è saltato su una mina in Centrafrica, è stato rimpatriato d’urgenza.

Deve essere operato il prima possibile in una struttura specializzata, altrimenti rischia di morire di setticemia.

Al religioso è già stato amputato il piede sinistro appena sopra la caviglia per evitare il propagarsi di un’infenzione ai tessuti molli. L’intervento tuttavia non è bastato a contenere la necrosi: occorre amputare almeno una parte della gamba per scongiurare che si diffonda ulteriormente e lo uccida. "Purtroppo le cose non vanno bene - conferma il suo confratello padre Aurelio Gazzera -. È necessario un nuovo intervento, ma vista la delicatezza dell’operazione si è preferito trasferirlo in Italia". Dalla curia generalizia dell’ordine dei carmelitani scalzi lanciano un appello per aiutare a pagare le spese di viaggio e mediche. "Sono urgenti le cure, la riabilitazione e l’applicazione di una protesi in Italia – spiegano -. Padre Norberto vuole riprendere la sua missione e, se possibile, tornare fra la sua gente in Centrafrica. Facciamo insieme tutto il possibile perché cammini di nuovo. Aiutateci a sostenere le spese necessarie, anche una piccola donazione fa la differenza". Si può dare un contributo sul conto intestato a Missioni carmelitane liguri Convento dei Carmelitani Scalzi all’iban T 42 D 05034 31830 000000010043, con la causale "emergenza padre Norberto Pozzi". Il missiore lecchese, lo scorso 10 febbraio, mentre era era diretto su un fuoristrada al villaggio di Bokpayan, per andare a riparare una scuola, a soli 22 Km dalla missione di Bozoum, è saltato su una mina. La mina è scoppiata proprio sul lato del guidatore, cioè lui. La deflagrazione gli ha fratturato entrambe le gambe. Prima è stato trasportato in moto al vicino ospedale di Bozoum. Dopo uno scalo ad Amsterdam oggi arriva a Bologna. Daniele De Salvo