Merate, la verde Brianza soffocata dallo smog: l'anno più nero

Le concentrazioni di Pm10 nell’anno che si sta concludendo ha superato la soglia d’allarme dei 50 microgrammi per metro cubo per 90 giorni

Aria al veleno per troppi giorni

Aria al veleno per troppi giorni

Merate (Lecco), 31 dicembre 2017  - In quella che era la verde Brianza si respira aria tossica e il 2017 nel Meratese è stato un anno al veleno. Le concentrazioni di Pm10 nell’anno che si sta concludendo, in base ai rilievi effettuati dai tecnici dell’Arpa – Agenzie regionale per la protezione ambientale – con la centralina di rilevamento degli inquinanti installata vicino all’ex Statale 36, hanno superato la soglia d’allarme dei 50 microgrammi per metro cubo per 90 giorni, 22 giorni pari al 35% in più rispetto ai 68 del 2016, sebbene in base alla normativa europea non dovrebbe succedere per più di 35 volte, pena pesanti multe. 

Il parametro dei 40 µg/m³ di particolato di media complessiva annuale, indicato sempre dalla legislazione comunitaria come dato massimo, non è stato invece valicato, sebbene di appena un punto, perché si è arrivati ai 39 microgrammi, 4 in più comunque dei 35 sempre del 2016. Se sul fronte delle polveri sottili che non superano i 10 micrometri, i Pm10 appunto, il 2017 è stato un disastro, non va certo meglio con il Pm2,5, le polveri fini di diametro inferiore ai 2,5 micrometri, ancora più pericolose perché in grado di penetrare fino negli alveoli polmonari e nel sangue: la loro concentrazione media è infatti prossima ai 26 microgrammi, quando non dovrebbe essere superiore invece ai 25 µg/m³.

Rispetto al passato, quando nel corso del lungo periodo sono stati registrati netti miglioramenti, la situazione è in peggioramento e si è interrotto il trend positivo. Lo smog è provocato soprattutto dal traffico e poi dalle emissioni degli impianti industriali e di riscaldamento. Il meteo inoltre non ha aiutato, perché ha piovuto poco, specialmente durante l’inverno, la stagione più critica per l’inquinamento. 

I vari piani antismog, i divieti di circolazione alle auto più vecchie, l’abbassamento della temperatura dei caloriferi e lo spegnimento dei camini sembra dunque non abbiano sortito alcun effetto. «È evidente che, di fronte all’emergenza, il piano antismog regionale è poco efficace – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Mai come in questo momento i ritardi accumulati negli anni rispetto alla pianificazione delle aree urbane, nel potenziamento del trasporto pubblico e nella messa al bando dei motori più inquinanti come i diesel, stanno pesando sulla buona qualità dell’aria. Servono interventi strutturali».