Da Merate al palco di Sanremo, il dj: "Ritorniamo in discoteca"

Massimo Alberti, oltre 40 anni dietro la consolle: "Siamo stati i più penalizzati, fateci lavorare"

Il dj Massimo Alberti

Il dj Massimo Alberti

Merate (Lecco) - Dal palco del Festival di Sanremo ha di nuovo fatto ballare tutta Italia, in attesa che finalmente i locali notturni ancora rimasti riaprano. A trasformare l’Ariston in una sorta di discoteca è stato dj Massimo Alberti. Probabilmente non poteva esserci un regalo più bello per lui, che il 18 febbraio compirà 56 anni, 43 dei quali con le cuffie alle orecchie e le mani sulla consolle. Per il protagonista della parte finale della quarta serata riservata alle cover della più importante kermesse musicale nazionale è stato il riconoscimento di una carriera cominciata da ragazzino che lo ha portato ad essere uno delle icone di Rtl, oltre che in giro per il mondo e a collaborare, tra gli altri, con i Duran Duran, Biagio Antonacci, gli Zero Assoluto, Marco Mengoni, Le Vibrazioni.

A volere con sè dj Alberti, originario di Casnigo nella Bergamasca ma che da tempo abita a Merate, è stato Amadeus, amico di lunga data prima che collega. "E’ stato lui a convincermi a vaccinarmi, io avevo paura", confessa. I due hanno lavorato insieme molte volte, come lo scorso settembre all’Arena di Verona, dove per due sere in diretta Rai hanno allestito il tempio delle hit dei ‘60, ‘70 e ‘80, una una sorta di antemprima di quello che poi è successo all’Ariston. "Al termine di quelle serate per scherzare gli ho buttato lì: “Se è andata bene non è che mi porti a Sanremo?“ - racconta Massimo -. Credevo sarebbe scoppiato a ridere, invece mi ha risposto serio: “Sai che è una splendida idea!“". Detto e fatto, salvo che la pandemia ha rischiato di mandare tutto a monte. "Una decina di giorni prima del Festival però Amadeus mi ha confermato la proposta – prosegue il dj -. Non siamo riusciti nemmeno a vederci prima e a provare. Sul palco abbiamo praticamente improvvisato, ma è stato tutto perfetto, perché siamo entrambi professionisti e tra noi c’è molta intesa".

A distanza di giorni fatica ancora a credere di essere arrivato all’Ariston e di essere uno degli artisti della musica più richiesti del momento: "Non me ne rendo conto", assicura con gli occhi grandi come quelli di un bambino che ha realizzato un sogno. "Spero anche che sia passato forte il messaggio che è ora che le discoteche riaprano – aggiunge -. E’ praticamente da 21 mesi che il settore è fermo, siamo stati tra i più penalizzati. Abbiamo tutti voglia di tornare a lavorare, ballare dal vivo e divertirci". Ma il "duetto" con Ama non è ancora finito: il 12, 13 e 14 settembre prossimi replicherà infatti all’Arena di Verona, questa volta con tre serate con i protagonisti della musica anni ‘60, ‘70 e ‘80.