DANIELE DE SALVO
Cronaca

Ricercatore lecchese all’estero si candida a leader dei cervelli in fuga

Mattia Butta: "Basta ai politici che fanno interrogazioni sulle scie chimiche"

Mattia Butta, ingegnere elettrico di 37 anni, nato e cresciuto a Lecco, dal 2006 al lavoro all’estero

Lecco, 23 gennaio 2018 - W la fisica. Non è il titolo di una delle più classiche commedie all’italiana, ma il nome di un nuovo movimento politico. A fondarlo è stato Mattia Butta, ingegnere elettrico di 37 anni, nato e cresciuto a Lecco, che dal 2006, come tanti cervelli in fuga dal Belpaese, ha lasciato l’Italia per andare «a zonzo per il mondo», come racconta lui, prima in Repubblica Ceca, poi in Giappone e adesso di nuovo in Repubblica Ceca, dove insegna alla Facoltà di Ingegneria elettrica dell’Università di Praga. Il professore lecchese trasferitosi nel cuore dell’Europa nei giorni scorsi ha depositato al Viminale simbolo e programma del suo partito.

In molti lo hanno preso in giro o trattato con sufficienza, lui però non scherza affatto, anche perché intende candidarsi in una delle ripartizioni estere, per le quali non è necessario superare lo sbarramento del 4% dei voti. «Un voto a W la Fisica non è sprecato, perché anche se in Italia non ci presentiamo possiamo sempre conquistare un eletto all’estero», spiega. Occorre tuttavia che riesca a raccogliere almeno 500 firme in giro per il Vecchio continente per potersi presentare alle urne, per questo confida nel sostegno di altri altri scienziati che ha chiamato a raccolta da Berlino a Stoccarda, da Francoforte a Praga, da Parigi a Londra, passando per Monaco di Baviera, Zurigo, Bruxelles, Colonia e Barcellona. Il suo obiettivo è chiaro: «Voglio portare nelle istituzioni la scienza e il metodo scientifico in generale. Siamo stanchi di vedere la scienza, ma anche la logica, il buon senso e la razionalità, - stuprati ogni giorno in Parlamento da politici ignoranti che fanno interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche, approvano la sperimentazione di Stamina, sostengono la bufala che i vaccini provocano l’autismo e affermano che l’omeopatia ha dimostrato di essere utile».

Il suo programma è una sorta di decalogo: più scienza a scuola, più scienza in politica, sì alla sperimentazione animale, una giustizia che rispetti la scienza, stop ai programmi antiscientifici in televisione, sì al omg, la costruzione di un Paese che attragga scienziati, più ricerca sulle rinnovabili, la radiazione dei medici che prescrivono terapie omeopatiche e l’istituzione dei reato di istigazione a non vaccinarsi. «Io e tanti miei colleghi ce ne siamo andati dall’Italia, abbiamo fatto mille esperienze in diverse nazioni, abbiamo imparato cose nuove, ci siamo confrontati con altre culture e abbiamo visto cosa funziona meglio e cosa funziona peggio che in Italia – conclude l’aspirante politico -. Abbiamo un bagaglio di esperienze che possiamo riportare in Italia da far fruttare».