Cassina Valsassina (Lecco), 23 novembre 2024 – All’ultimo atto era una tragedia già scritta. Le disperate lettere d’addio imbucate nella cassetta delle posta dell’ex moglie. Le indicazioni sul suo funerale. L’abito scuro e le scarpe eleganti per seppellire la madre. Le scatole di barbiturici per porre fine a due vite. Nonostante abbia pianificato ogni dettaglio con cura maniacale, è andato però in scena un finale diverso: mentre la mamma è morta come aveva programmato, lui invece no, salvato in fondo proprio dalla ex moglie a cui voleva imputare la tragedia.
Non è più un mistero da risolvere il ritrovamento, avvenuto lunedì mattina, del cadavere di una donna a Cassina Valsassina e del figlio incosciente accanto a lei. Margherita Colombo, vedova di 73 anni, non è morta, è stata uccisa. E a togliergli la vita è stato il figlio, Corrado Paroli, operaio di 48 anni, che l’ex genero, il consigliere regionale leghista Stefano Galli, scomparso nel 2021 all’età di 63 anni, aveva trascinato nella rimborsopoli lombarda, prima pagando con soldi pubblici il pranzo di nozze con sua figlia, poi reclutandolo, sempre con denaro dei contribuenti, come consulente. Ne sono convinti almeno investigatori e inquirenti.
Paroli è stato infatti dichiarato in stato di fermo per omicidio volontario aggravato. L’aggravante è aver ucciso un familiare, cioè la mamma. Il fermo gli è stato notificato in ospedale a Lecco, dove resta ricoverato sebbene non più in pericolo. È piantonato a vista per impedire che tenti nuovamente il suicidio. “L’ex moglie si è rivolta ai carabinieri della caserma di Introbio perché nella cassetta della posta aveva trovato lettere dell’ex marito che lasciavano presagire un suo gesto insano”, spiega il colonnello Nicola Melidonis, comandante provinciale dei carabinieri di Lecco. I manoscritti, acquisiti agli atti d’indagine, una sorta di testamento, custodiscono le lamentele di Corrado per il matrimonio finito e un’esistenza infelice, anche a causa dell’ex genero.
“Inoltre ha indicato come avrebbe voluto si svolgesse il suo funerale, senza la partecipazione di nessuno”, aggiunge Ezio Domenico Basso, procuratore capo della Procura di Lecco. Sul letto della casa che condivideva con la mamma, inoltre, aveva preparato gli abiti e le scarpe con cui vestire Margherita per la sepoltura. Tutti elementi che, insieme all’assenza di prove sul coinvolgimento di altri e alle mezze ammissioni che avrebbe reso Corrado, lasciano poco spazio ai dubbi. Restano da definire o da verificare i dettagli, importanti certo, ma comunque dettagli: ad esempio se effettivamente Margherita sia stata uccisa con la somministrazione di barbiturici, se magari fosse consenziente – malgrado non sembri, allo stato attuale – e il possibile movente. “Per i risultati degli esami tossicologici svolti durante l’autopsia ci vorrà tempo – spiega il procuratore –. Sono state comunque confermate le prima valutazioni sull’assenza di segni traumatici sul suo corpo. Ci sono elementi che non lasciano dubbi sulla ricostruzione dei fatti che ha portato all’imputazione del figlio”. Molto potrebbe chiarirlo proprio Corrado, che verrà interrogato il prima possibile, per provare a scrivere il seguito di una tragedia che si è conclusa diversamente da come lui si era immaginato.