Il giallo di Marco, ucciso in Brasile e nascosto in tutta fretta sulla spiaggia

Lecchese trovato trovato senza vita, mistero fitto. I genitori del 34enne Bonanomi: "Non sappiamo nulla neppure noi"

Gli agenti della Polizia civil do Paranà e Marco Bonanomi

Gli agenti della Polizia civil do Paranà e Marco Bonanomi

Montevecchia (Lecco) - Non si sa quando è morto né come è morto. Ufficialmente non si sa nemmeno se sia proprio lui, perché non è stato ancora formalmente identificato. A distanza di tre settimane dal rinvenimento del suo corpo in una buca nella sabbia della spiaggia di Praia Balneário Grajaú a Pontal do Paraná, resta un mistero la fine di Marco Bonanomi, il 34enne di Montevecchia che prima di Natale era partito dall’Italia per raggiungere la sua fidanzata in Brasile, dove poi è il 5 febbraio, è stato trovato cadavere.

"Non sappiamo nulla nemmeno noi", ribadiscono mamma Giovanna, papà Giovanni e la sorella Silvia, che sono stati informati telefonicamente solo venerdì scorso dai funzionari del Consolato generale italiano a Curitiba. "Non è stato ancora ufficialmente identificato, si attende l’esito del test del dna", confermano dalla Farnesina. "Le indagini sono in corso, aspettiamo il referto dell’autopsia", spiegano i poliziotti della Polizia civile del Paranà. "Un’analisi iniziale indica che il corpo era sul posto da circa 7 o 10 giorni", rivela solo un sergente della Polizia militare del Paranà, i cui agenti sono stati i primi a intervenire su quella che è stata classificata come la scena di un potenziale crimine. Sembra infatti che Marco fosse morto da molto più tempo, forse addirittura un mese e che il suo corpo, in avanzato stato di decomposizione e irriconoscibile se non per un tatuaggio sulla schiena, sia stato spostato, trascinato e abbandonato lì dove è stato scoperto, nonostante il maldestro tentativo di nasconderlo con rami e foglie tra la macchia della costa atlantica, in una zona frequentata da spacciatori e tossicodipendenti, dove macabri rinvenimenti simili sono abbastanza frequenti.