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Mandello, bloccato per tre gioni in un canyon: salvato il cane David / VIDEO

La battaglia per la vita lunga tre giorni di David è cominciata sabato, quando è sfuggito alla sua padrona con cui stava risalendo verso il rifugio Elisa

Il cane David salvato dal soccorritore Andrea Carì

Mandello del Lario (Lecco), 10 giugno 2020 – Si chiama David, come il biblico re d'Israele, anche se lui non è un re e non è anzi nemmeno un umano, perché è uno splendido esemplare di 6 anni di bracco Kurzhaar. E proprio come il re d'Israele anche il cane David ha dovuto lottare contro un Golia, anzi contro più di un gigante: il maltempo, il torrente Meria in piena e un canyon fondo un centinaio di metri.

La battaglia per la vita lunga tre giorni di David è cominciata sabato, quando è sfuggito alla sua padrona con cui stava risalendo verso il rifugio Elisa, sopra Mandello del Lario, per rincorrere alcuni camosci sotto i salti di roccia alla base del Sasso Cavallo. La sua padrona ha continuato a cercarlo ininterrottamente, pure domenica, sotto una pioggia battente, sebbene senza successo. Lunedì alle ricerche si sono uniti pure i vigili del fuoco e poi Andrea Carì, 37 anni della Valsassina, da un paio d'anni guida alpina e fin da giovane volontario del Soccorso alpino. E' stato proprio quest'ultimo, quasi come un segugio, a scorgerlo immobile in fondo alla gola del torrente Meria, ancorato ad una roccia bloccato nello stretto dirupo gonfio d'acqua dopo tre giorni di diluvio. “David muove la testa, è vivo! - racconta e ricorda il soccorritore sulla pagina Facebook di Mountain Dream Guide della Guide alpine della Valsassina -. Mi organizzo con lo scarno materiale che ho a disposizione e con una serie di paranchi recupero David... Alla fine la situazione non è tanto diversa dai recuperi che tutti noi guide alpine siamo abituati a fare nei crepacci sui ghiacciai...”.

Dopo averlo in una coperta termine, il soccorritore 37enne si è caricato in spalla i 30 chili di David, talmente stremato da assomigliare più ad una pecorella smarrita che ad un bracco, fino a raggiungere i pompieri del Saf e poi con loro il parcheggio di Rongio. “È davvero una sensazione unica quella che proviamo tutti assieme, una sensazione di profonda amicizia e di forte legame, con persone speciali e un cane che in realtà si conosco da poche ore, ma hanno vissuto un’esperienza che li unirà a lungo – confida la guida alpina -. Ogni giorno le guide alpine e i soccorritori alpini compiono soccorsi più duri e impegnativi, medici e infermieri in questo periodo hanno fatto cose ancora più eccelse, ma la tenacia dimostrata da David è davvero unica”.