I due figli, i conoscenti, le persone che frequentava e che facevano parte del suo piccolo entourage. I carabinieri nella giornata di ieri hanno ascoltato chiunque potesse raccontare la vita e le abitudini di Candido Montini, il pensionato di 76 anni ucciso martedì sera nella sua casa di via Ai Monti a Catasco di Garzeno. Alle spalle, un incarico amministrativo che anni fa lo aveva portato a ricoprire la carica di vicensindaco, ma tutto in un contesto estremamente circoscritto e quasi isolato come Garzeno, e ancora di più la frazione di Catasco.
Tra gli elementi che mancano all’appello, ci sono gli incassi del piccolo negozio di alimentari che gestiva da solo. Ieri i carabinieri dei reparti scientifici, hanno perquisito la bottega, per capire se il contante fosse da qualche parte, se esistessero nascondigli. La stessa cosa fatta in casa, senza esito al momento, in aggiunta alla ricerca di tracce di qualunque genere. Un’impronta sarebbe stata trovata nel sangue a terra, ma probabilmente legata al trambusto dei primi soccorsi.
Se da un lato una parte delle indagini si sta concentrando sull’acquisizione di ogni elemento oggettivo che possa essere utile, come da prassi quando non esiste un’idea ben direzionata, dall’altro i carabinieri stanno valutando e ricostruendo tutte le frequentazioni e abitudini di Montini. Vedovo da tre anni, due figli che non vivono con lui, e una donna di origine straniera che si occupa delle faccende domestiche. Oltre a questo, le conoscenze di paese, che vanno a completare il quadro di un contesto di vita molto circoscritto, in cui probabilmente tutti o quasi conoscevano le abitudini dell’uomo, fatte di un quotidiano che raramente si distaccava dalla casa e dal negozio, separati da quel centinaio di metri che percorreva ogni giorno.
Anche per questo motivo, uno degli aspetti su cui hanno lavorato i militari in queste ultime ore, sono gli incassi dell’attività, la ricostruzione del contante che potenzialmente gestiva ed eventuali ammanchi, nel momento in cui non si riuscisse a trovare nessuna cifra contante ragionevolmente compatibile con quanto generato dalla sua attività di vendita. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Como Alessandra Bellù, che man mano valuterà se disporre particolari accertamenti tecnici. Uno di questi, riguarda certamente la telecamera trovata su quella stessa strada, le cui riprese sono ancora ignote in attesa che vengo affidata a un tecnico per estrapolare le riprese degli orari compatibili con l’omicidio.