ANDREA MORLEO
Cronaca

Fomma, i trenta dimenticati dell'azienda "svuotata"

Dopo la rinuncia di Alp Group all'acquisto dell'azienda di Monte Marenzo, i sindacati chiedono un risarcimento per i lavoratori

I capannoni della Fomma

Lecco, 7 giugno 2018 - Un acquirente che aveva promesso di rilevare l’azienda e di rilanciarla ma poi sul più bello si è invece tirato indietro. Un’azienda che non produce più perchè i suoi macchinari sono improvvisamente spariti lo scorso autunno, lasciando il capannone di Monte Marenzo completamente deserto. In mezzo loro, la trentina di lavoratori rimasti alla Fomma (ex Eucasting) senza lavoro da mesi, senza ormai più la speranza di quel rilancio che gli era stato prospettato dai tanti ex dirigenti commerciali o manager che si erano presentati con le loro belle giacche firmate e le camicie stirate di tutto punto raccontato che il futuro sarebbe stato radioso. Fino alla scorsa estate, poi il buio: macchinari spariti in quattro e quattr’otto (si dice trasferiti in fretta e furia in Romania), azienda inesistente, posto di lavoro che non c’è più e nemmeno la certezza ormai di aver diritto a qualche tipo di ammortizzatore sociale.

Figli di un dio minore, anzi proprio figli di nessuno «perchè ora senza più la prospettiva della continuità industriale manca anche il presupposto per chiedere la cassa integrazione straordinaria», spiega Marco Oreggia (Cisl). Il destino sarà uno solo: fallimento soprattutto dopo che lunedì, a villa Locatelli, i legali di Alp Group hanno ufficialmente confermato la rinuncia all’acquisto «aggrappandosi alla vicenda dell’abuso edilizio». Già perché nella kafkiana storia dell’azienda di Monte Marenzo c’è pure questo tipo di grana con il Parco Adda Nord - ente peraltro commissariato da tempo, ma questa è un’altra storia - che a gennaio impedisce l’atto di compravendita secondo quanto rileva il notaio. «Non riesco davvero a capirci più nulla - spiega Rino Maisto (Fiom-Cgil) -, a cominciare proprio dalla questione dell’abuso edilizio. Mi chiedo perché Alp Group richieda una perizia solo all’ultimo quando di quell’abuso si era a conoscenza già dal 2014». Ma i punti oscuri di una vicenda davvero incomprensibile non finiscono qui. «Dopo aver vinto l’offerta Alp Group dichiara davanti ai giudici del tribunale di voler rilevare l’azienda e mantenere la produzione - continua Maisto -. E poi cosa succede? A settembre, nelle ultime due settimane di lavoro, hanno messo in ferie forzate i dipendenti e quando torniamo in azienda, i capannoni sono deserti e dei macchinari non c’è più nemmeno l’ombra».

«Chi doveva vigilare non l’ha fatto, non solo Alp Group ma anche la stessa curatela e per questo a breve chiederemo un incontro al Ministero per chiedere un risarcimento per i lavoratori».