
Pattugliamenti sul Lario: un servizio indispensabile durante l'estate
Lecco – L’esodo di stagione è dalle strade all’acqua. Barche, bagnanti, sub, surfisti, gente appesa al vento con il kite, idrovolanti che decollano e ammarano. Una folla scomposta racchiusa in uno specchio di lago che deve essere controllata, sorvegliata, soprattutto protetta. A bordo allora, pronti a mollare gli ormeggi con il brigadiere capo Roberto Molteni e l’appuntato qualifica speciale Domenico Laganà del Servizio navale dei carabinieri del comando provinciale di Lecco, l’unico presidio di polizia su tutto il lago, che tutti i giorni salpano dal porticciolo delle Canottieri Lecco per pattugliare il Lario da Lecco a Colico, da Bellagio a Como. Lo conoscono meglio delle loro tasche, perché lo solcano in lungo e in largo da più di trent’anni.
Folla in acqua
“Il lago di Como è molto lungo, ma stretto – spiega il capo equipaggio – In una fascia ridotta d’acqua si concentrano tutti: battelli della navigazione pubblica, taxiboat, imbarcazioni di ogni tipo private, sommozzatori, persone che fanno il bagno, kitesurfer, turisti a riva, velisti impegnati in regate, pescatori. Noi garantiamo che tutti possano convivere in sicurezza, perché per noi la priorità è la salvaguardia della vita umana".
Tra tutte le operazioni che il brigadiere Molteni e l’appuntato Laganà ricordano c’è infatti proprio il salvataggio di una donna, una mamma che in un momento di sconforto aveva deciso di farla finita: "Dopo aver lasciato un biglietto di addio, si è immersa in una zona isolata nelle acque invernali del lago – raccontano i militari, con la pelle d’oca e gli occhi lucidi anche solo a ricordare quei momenti –. Si era lasciata andare, ma siamo riusciti a localizzarla e raggiungerla. L’abbiamo tirata su di peso sulla nostra imbarcazione e l’abbiamo salvata. Restituirla viva ai suoi figli è stata un’emozione indescrivibile".
Contrabbando e pesca di frodo
Poi ci sono da tenere d’occhio le aree demaniali e le attività commerciali che si affacciano sul lago, i contrabbandieri, i pescatori di frodo e le bande di ladri di motori di barche da inseguire, i traghettatori abusivi da scoprire, gli improvvisati che si credono marinai di lungo corso da controllare perché per pilotare un gommone basta affittarlo senza neppure avere la patente nautica, i servizi di polizia ambientale e antinquinamento da svolgere, le ville di magnati e vip di Hollywood da presidiare. Le norme da far rispettare sono molte, come gli aspetti e i rischi da valutare in frazioni di secondo.
Uno spazio vasto
Neppure l’ambiente aiuta. Il lago, che da riva sembra tutto sommato piccolo, quando ci si trova al largo diventa improvvisamente immenso. Il suo fondale cala a picco fino a 400 metri; il tempo può cambiare in una manciata di minuti dalla bonaccia alla burrasca; quando scende la nebbia ci si ritrova in mezzo al nulla, senza punti di riferimento. I carabinieri del Servizio navale però sono addestrati ad affrontare ogni situazione di emergenza.
Si formano alla Scuola della Marina militare. "Seguiamo un corso intensivo molto impegnativo di almeno sei mesi – spiegano i due carabinieri del Servizio navale –. Riceviamo una formazione teorica, pratica e giuridica su ogni aspetto della navigazione, sia in acque marittime sia interne".
Il mezzo a disposizione
Possono inoltre contare su un vero gioiellino della nautica, una motovedetta classe 200, lunga 8 metri e mezzo, spinta da un propulsore da 300 cavalli che la fa scivolare sull’acqua a 35 nodi, quasi 80 chilometri all’ora. Lo scafo è rinforzato con il kevlar e a bordo ci sono apparati elettronici militari sofisticati, come un ecoscandaglio ad alta precisione e una termocamera a infrarossi ultra Hd che può "illuminare" a giorno non solo il lago, ma anche le sponde e i versanti delle montagne che lo circondano: la tecnologia serve a individuare persone in pericolo ma anche ladri o spacciatori nei boschi della droga.
"Carabinieri, tra la gente e per la gente", sottolineava nel 2004 l’allora comandante generale Guido Bellini. Anche in mezzo al lago.