
Sandrine Poli e Daniele Tomiello
Mandello del Lario (Lecco), 11 gennaio 2020 - Gli angeli custodi esistono, possono assumere varie sembianze e a volte indossano le ali dell’aquila della Moto Guzzi di Mandello del Lario. Lo testimoniano Sandrine Poli e Daniele Tomiello, moglie e marito di 49 e 56 anni di Sostegno, provincia di Biella, che a settembre, di ritorno in sella alla loro moto Stelvio dal motoraduno internazionale della Guzzi a Mandello, sono rovinati malamente a terra sull’asfalto della Super 36, rischiando il peggio.
Oltre che dai soccorritori e dai sanitari del 118 sono stati costantemente affiancati e assistiti da un altro guzzista come loro che non conoscevano né avevano mai visto prima. Nonostante loro per lui fossero degli estranei perfetti sconosciuti, quando li ha visti a terra dopo l’incidente, si è fermato, ha allertato i soccorritori, li ha aiutati a contattare i familiari e a recuperare i documenti, li ha tranquillizzati e rassicurati tenendoli letteralmente per mano, si è premurato che la loro Guzzi incidentata venisse trasferita al sicuro in una rimessa e li ha scortati fino a quando non sono stati trasferiti su un’ambulanza per essere accompagnati a sirene spiegate all’ospedale San Gerardo di Monza dove sono stati entrambi ricoverati d’urgenza.
Quell’angelo custode anonimo con le ali dell’aquila della Moto Guzzi di Mandello del Lario i due piemontesi lo hanno poi cercato ovunque per settimane intere per ringraziarlo, senza sapere nulla di lui, se non che indossava un casco giallo e che viaggiava su una California, probabilmente su una Stone e che forse si chiamava Diego. Nonostante i ripetuti appelli sui social, il passaparola negli ambienti dei guzzisti, il tam tam della rete, gli articoli sui giornali lui si è tuttavia “nascosto” a lungo, quasi si trattasse veramente di un angelo custode etereo che avesse assunto le sembianze umane per qualche ora appena solo per stare loro accanto e proteggerli nel momento del bisogno. Nei giorni scorsi, tuttavia, come per un miracolo il loro angelo custode con le ali dell’aquila della Moto Guzzi di Mandello del Lario si è di nuovo palesato, in carne ed ossa: si chiama Dario, non Diego, ha trent’anni e abita nella zona di Parma.
"Ha saputo che lo stavamo cercando per conoscerlo e soprattutto per ringraziarlo quasi per caso, mentre stava controllando in Facebook se avesse per caso vinto qualche premio alla lotteria organizzata in occasione del motoraduno della Guzzi a cui ha partecipato anche lui come noi quel giorno – raccontano -. Tra i vari post sulla pagina che ha guardato ha scorto anche un articolo con la nostra storia e il nostro appello e ci ha finalmente contattato". Per ora si sono sentiti solo telefonicamente, ma forse già domani si incontreranno di nuovo di persona, per trascorrere insieme una domenica, ma in allegria, non come l’altra volta, quattro mesi fa, di ritorno dal motoraduno internazionale della Moto Guzzi, quando loro due erano a terra sull’asfalto della Super 36, gravemente feriti, confusi, smarriti e soli. "Quando ci siamo sentiti ci ha risposto che ha fatto unicamente quello che avrebbe fatto chiunque, ma non è vero, molti motociclisti ci sono sfrecciati accanto senza fermarsi – raccontano Sandrine e Daniele -. Lui invece si è comportato come un vero e proprio angelo custode che ci ha aiutato in un momento di difficoltà estrema".