Il lago di Endine resiste alla siccità

L’idrometro in località Moj a Monasterolo del Castello indica una ventina di centimetri sopra lo zero

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ENDINE (Bergamo)

È una delle mete predilette dei bergamaschi e dei turisti, che durante la bella stagione affollano le sue sponde. Ma in questo periodo di grande siccità rappresenta anche un fenomeno in controtendenza rispetto alle altre realtà lombarde. La siccità che sta attanagliando il Nord Italia non ha risparmiato l’alta Valle Cavallina, eppure il livello delle acque del lago di Endine non è crollato: l’idrometro in località Moj, a Monasterolo del Castello, indica una ventina di centimetri sopra lo zero. "È un dato nella norma e corrisponde più o meno a quello che potremmo considerare l’effettivo zero idrometrico", spiega Lodovico Patelli, presidente della cooperativa sociale proprietaria del ristorante "La casa del pescatore" situato accanto all’idrometro a Moj. La stabilità del lago di Endine non ha nulla di misterioso. Un ruolo non da poco è giocato innanzitutto dalle dimensioni dello specchio d’acqua, che ha un perimetro di circa 14 km e una profondità massima di 9,4 metri: quindi non c’è molto da riempire. La grande abbondanza di acqua nella zona è un altro fattore determinante. Il rifornimento idrico è dovuto principalmente alle numerose falde e sorgenti. Ma c’è dell’altro. Tra Casazza e Grone, e anche più a nord, uno strato di limo è steso a pochi metri dalla superficie, redità di un antico lago scomparso. "Il deposito - sottolinea il direttore del Museo Storico-ambientale della Val Cavallina, Mario Suardi - limita il drenaggio superficiale dell’acqua in tutta l’area e in alcuni casi ne permette la risalita dalla falda sottostante, che in parte è connessa allo stesso lago d’Endine. L’insieme di queste condizioni permette di controbilanciare due caratteristiche importanti del bacino: ovvero l’assenza di un immissario e la presenza contestuale di un emissario, il fiume Cherio, che nasce tra Spinone e Monasterolo e scorre verso la pianura fino a immettersi nell’Oglio".

Michele Andreucci