
L’impianto di risalita e le piste da sci dell’Alpe Giumello sembravano destinate alla chiusura a causa dei cambiamenti climatici, della poca neve e soprattutto della concorrenza di comprensori più quotati e attrezzati, sebbene lì nel 1928 sia stato installato uno dei primi skilift della Lombardia. Il lockdown da coronavirus avrebbe potuto rappresentate un ulteriore colpo. Eppure attualmente l’Alpe Giumello di Casargo è l’unico posto dove si sta sciando in provincia di Lecco. I dirigenti del Valsassina ski team hanno infatti chiesto e ottenuto di poter riaprire impianto e piste per consentire ai loro atleti agonisti di allenarsi in sicurezza. Hanno scelto l’Alpe Giumello proprio perché l’impianto di risalita è uno skilift, non una cabinovia né una seggiovia: non ci sono dunque problemi di distanziamento sociale né di capienza.
A loro potrebbero presto seguire i colleghi sciatori di altre squadre sportive. La procedure sono molte rigorose, occorre essere atleti tesserati Fis che è la Federazione italiana sci ed essere riconosciuti come sciatori di livello inseriti in un apposito elenco. Ad azionare impianti e preparare le piste ci pensano il responsabile d’esercizio Paolo Tagliaferri, il macchinista Eugenio Castelli che è anche il cuoco del Rifugio Shambalà, Cristiano Cariboni che si occupa della parte gestionale oltre che del suo Ristoro Genio e Alessandro Spezzadeschi addetto al gatto delle nevi a cui il padre Flavio ha ceduto il testimone del Rifugio Shambalà, che fanno parte dell’associazione Alpe Giumello presieduta da Renato Adamoli, un gruppo di volontari che hanno rilanciato il piccolo comprensorio sciistico alle pendici del Monte Muggio.
D.D.S.