
Il lago di Sartirana soffre di eutrofizzazione, minacciando la vita acquatica. Volontari lavorano per ossigenare l'acqua e prevenire una nuova moria di pesci. Soluzioni costose sono state scartate, si opta per pozzi d'acqua di falda.
Il lago di Sartirana sta soffocando e con esso i pesci e gli animali acquatici che lo popolo. La temperatura dell’acqua è troppo elevata, la corrente è assente e manca ossigeno. Il rischio è che si ripeta la moria di 3 tonnellate e mezzo di pesci, pari a migliaia di esemplari, che si è verificata nell’estate del 2020, quando, specie negli strati più bassi, il lago si è trasformato in una sorta di pozza acida. Per evitare accada di nuovo, sono stati mobilitati i volontari della Protezione civile comunale, che sono al lavoro con diverse motopompe, per prelevare l’acqua dal lago e reimmetterla nel bacino idrico, in modo da smuoverne almeno al superficie e favorirne lo scambio d’aria, in attesa che piova o di un cambio delle condizioni atmosferiche. Il lago di Sartirana è alimentato da una sola piccola sorgente a monte, spesso in secca e comunque insufficiente per garantire il corretto equilibrio; inoltre, sul basso fondale giace uno spesso strato di sedimenti. Si tratta di un mix di condizioni che sta portando alla morte del lago, attraverso un inesorabile processo di eutrofizzazione. Per salvare il lago, che è una riserva naturale, inizialmente è stato elaborato un progetto che prevedeva di dragarlo, depositare i sedimenti sulle rive, disidratarli facendo rifluire l’acqua nel lago, stoccarli in silo, trattarli e poi smaltirli altrove.
Sarebbe però costato troppo e inoltre da Regione hanno bocciato la proposta per il timore di conseguenze sull’ecosistema. Si è così optato per cinque pozzi abbastanza profondi, da cui viene prelevata acqua di falda, che, dopo essere stata ossigenata, viene immessa nel lago per favorirne il ricambio e l’espulsione dei sedimenti che man mano vengono a galla. D.D.S.