Hanno rischiato la vita per salvare gli ebrei

Fra i "Giusti tra le nazioni" anche la famiglia Della Nave che nel 1943, per 16 mesi accolse e nascose in casa gli Zimet

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Chi sono i Giusti tra le nazioni? I civili che si sono comportati in modo eroico, rischiando la propria vita pur di salvare anche un solo ebreo dal genocidio. A nord di Morbegno, precisamente a San Bello, al di là del Ponte di Ganda, la famiglia Della Nave ospitò, durante le persecuzioni nazi-fasciste, per sedici mesi, dall’inverno del 1943, gli Zimet, ebrei tedeschi. La storia di questa famiglia è emersa nel 1989, quando Regina Zimet, la figlia, ha consegnato alla biblioteca di Morbegno un libricino.

Scritto in ebraico conteneva la storia della sua vita (ricavata dalle pagine del diario che aveva scritto in Italia quando aveva dodici anni), la fuga, a otto anni, dalla Germania, poi Milano, Bengasi, Napoli, il campo di concentramento in Calabria, di nuovo a nord nella bergamasca per arrivare, infine, a San Bello. Qui, grazie ad un parroco, gli Zimet conobbero la famiglia Della Nave che li ospitò, nonostante fosse molto povera e avesse poco o nulla da mangiare. Condivisero con loro quel poco che possedevano rischiando ogni giorno la vita, visto che nascondevano degli ebrei. All’inizio gli Zimet rimasero nascosti in casa, ma poi dovettero uscire allo scoperto, fingendosi parenti dei Della Nave, imparando l’italiano e cercando di comportarsi in maniera normale di fronte ai tedeschi. Ecco il motivo per cui i coniugi Giovanni Della Nave e Mariangela Rabbiosi sono stati riconosciuti come Giusti tra le nazioni e i loro nomi compaiono allo Yad Vashem, Ente nazionale per la memoria della Shoah in Israele, fondato nel 1953 per non dimenticare i sei milioni di ebrei morti per mano dei nazisti. Nomi scolpiti sul muro della collina del ricordo, Har Hazikaron, a Gerusalemme, dove ci sono anche Oscar Schindler e Giorgio Perlasca. Nel 2010, a Campovico, una frazione di Morbegno, è stata dedicata loro una via, mentre sulla facciata della chiesa di San Bello vi è una targa che recita: "In memoria della famiglia di Giovanni e Maria Della Nave che in questi luoghi negli anni 1943-1945 con proprio gravissimo rischio offrì asilo clandestino agli ebrei tedeschi Filippo Zimet la moglie Rosalia e la figlia Regina".

Anche la scuola media "Torelli" di Sondrio ha voluto ricordare questa famiglia, intitolandole un Ginkgo biloba, in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2019. Questa pianta è diventata simbolo di longevità perché, quando nel 1945 scoppiò a Hiroshima la bomba atomica, distrusse tutto quello che vi era intorno, compreso un Ginkgo biloba che si trovava in un monastero a 800 metri dal centro dell’esplosione. Un anno dopo, dalla radice di quel vecchio Ginkgo, germogliò un ramoscello nuovo che divenne simbolo di speranza e invincibile forza della vita.

"La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare: è il testamento che ci ha lasciato Primo Levi", ha scritto Mario Rigoni Stern.