Gli esami sono troppo difficili e ravvicinati Boom di richieste allo sportello psicologico

Sono ansiosi e demotivati 3 studenti su 4. Lo rivela un’indagine condotta quest’anno da Cgil e Consiglio nazionale studenti universitari su 30mila ragazzi. Effetto della pandemia che ha chiuso in casa anche chi aveva una certa propensione alla socializzazione e di un sistema universitario estremamente competitivo soprattutto per quanto riguarda il corso di medicina. "Noi siamo chiamati a superare un test d’ingresso - ha detto Elisabetta Franchina studentessa di medicina eletta con l’Unione degli universitari nel Consiglio nazionale degli studenti universitari e, dal 2020, nel Consiglio nazionale universitario - e poi un altro alla fine che potrebbe non consentirci di frequentare la specializzazione che abbiamo scelto. Il corso Harvey è studiato sul modello anglosassone che è diverso dal nostro perché prevede delle verifiche periodiche che concorrono al punteggio e forme di accompagnamento. Così uno studente si può permettere di dare 5 esami in un mese, noi facciamo molta più fatica". Dopo un biennio con materie di base, il triennio di medicina implica lo studio di cardiologia come di ortopedia e poca pratica rispetto a quanto accade fuori dall’Italia. Un sistema che prepara molto bene i futuri camici bianchi, ma li mette anche molto sotto pressione. Tanto che, da prima che esplodesse il Covid, il Coordinamento per il diritto allo studio ha chiesto all’Università di aprire uno sportello psicologico per aiutare i ragazzi più fragili. Nel 2020 lo sportello sono stati aiutati 120 ragazzi e molti sono in lista d’attesa. "La Regione ha detto di voler sostenere il benessere degli studenti - ha sottolineato il segretario dell’Udu Simone Agutoli -. Lo sportello è un punto di primo ascolto, ma il 42% ha bisogno di uno psicoterapeuta. E spesso i servizi non ci sono"