Generazione senza stereotipi. Quando la diversità è normale

La ricerca di Les Cultures su 307 giovani lecchesi fra i 17 e i 20 anni . Sull’immigrazione gli studenti non credono ci sia un’emergenza.

Generazione senza stereotipi. Quando la diversità è normale

Generazione senza stereotipi. Quando la diversità è normale

Gli studenti lecchesi, ma anche comaschi, bergamaschi e brianzoli, della Generazione Z non credono più ai falsi stereotipi sui migranti. Emerge in maniera netta da una ricerca dei volontari di Les Cultures, un laboratorio di cultura internazionale, più che un’associazione, che hanno interrogato 307 giovani tra i 17 e i 20 anni di 19 classi di 7 scuole superiori della provincia di Lecco. I risultati sono stati comparati con quelli di analoghi sondaggi precedenti svolti nel 1999 e nel 2010, quando gli zoomers attuali erano prima bambini e poi ragazzini. Sebbene il numero di stranieri sia aumentato, il 20% ritiene siano troppi, risetto al 60% del passato.

È crollata dal 47 al 12% pure la percentuale di chi ritiene che tolgano il lavoro agli italiani, dal 38 al 14,5% di quanti pensano che portino malattie, dal 71,5 al 44% di quanti sostengono che accrescano la malavita e dal 36 al 22% di chi è convinto che siano un pericolo per l’identità nazionale. Si è ridotta inoltre di 1/3 la percentuale di ragazzi che considera la presenza di studenti di origine straniera come una minaccia alla qualità dell’istruzione; anzi, per l’81% bisognerebbe consentire alle amiche musulmane di portare il velo in classe se lo desiderano, per il 44% a scuola dovrebbe essere valorizzata la cultura di origine dei compagni stranieri e per 37,5% sarebbe giusto riconoscere le festività legate alle culture straniere. Nonostante ciò, in 4 su 10 hanno assistito un prima persona a episodi apertamente discriminatori o razzisti in aula e il 43% degli intervistati dichiara di avere compagni e compagne con idee e comportamenti discriminatori e razzisti. E poi il 64% è persuaso che la presenza di cittadini stranieri abbia contribuito al peggioramento delle condizioni si sicurezza. "Mentre il discorso pubblico resta ancorato ad un approccio fondamentalmente emergenziale al tema, i ragazzi che hanno preso parte alla nostra ricerca sembrerebbero aver interiorizzato la dimensione strutturale del fenomeno – commentano Maria Grazia Zanetti e Andrea Panizza di Les Cultures -. Alcuni dei luoghi comuni classici sembrerebbero perdere progressivamente la loro presa". L’esperienza vissuta a scuola dai Gen Z in tutto ciò gioca un ruolo fondamentale. Daniele De Salvo