Salvò un uomo dal suicidio a Lecco, premiato il vice ispettore Michele Vasta

Un attestato di pubblica benemerenza al merito civile, in occasione del 171esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato

Il vice ispettore Michele Vasta premiato alla festa della Polizia

Il vice ispettore Michele Vasta premiato alla festa della Polizia

Lecco, 12 aprile 2023 – Sono passati 8 anni da quando Gelu ha cercato di farla finita e l'allora assistente capo della Polizia di Stato Michele Vasta lo ha salvato a rischio della propria vita. I due sono diventati amici e spesso si sentono ancora. “Ci siamo sentiti anche nei giorni scorsi”, racconta Michele, che nel frattempo è stato promosso vice ispettore. Per quell'atto di vero e proprio eroismo Michele, che adesso ha 51 anni, 30 dei quali con la divisa addosso, è stato anche premiato. In occasione del 171esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato ha ricevuto un attestato di pubblica benemerenza al merito civile.

Era il 7 aprile 2015, un giovedì. Michele aveva appena terminato il proprio turno in questura e stava tornando a casa a Malgrate per il pranzo. Era in auto. Sul Terzo ponte, dove il lago di Como diventa per un breve tratto Adda, ha notato alcune persone affacciate dai parapetti che indicavano un uomo in acqua. Era Gelu, un 56enne romeno che si era buttato di sotto per farla finita. Era già esanime, privo di sensi, in balia della corrente. Michele non ci ha nemmeno pensato: ha accostato la macchina, è sceso, si è tolto il cinturone con la fondina e la pistola di ordinanza, la giacca della divisa, le scarpe e poi si è tuffato pure lui nel fiume da riva, per salvare Gelu. Lo ha raggiunto a nuoto. “L'acqua lì è profonda ed era fredda – ricorda Michele -. Inoltre la corrente mi stava per trascinava via”.

Non sa neppure lui come ma è riuscito a tenere a galla Gelu fino a quando non sono arrivati a dargli manforte alcuni canoisti e dei pescatori, che lo hanno aiutato a raggiungere la sponda dell'Adda, dove c'erano un infermiere e un medico anche loro fuori servizio che si sono occupati di Gelu in attesa dell'arrivo dei soccorritori del 118. “Solo quando mi sono trovato in mezzo al fiume ho realizzato del rischio che stavo affrontando e che sarei potuto annegare anche io”, ammette Michele. Che aggiunge: “Se tornassi indietro comunque mi comporterei allo stesso modo”. Tra l'altro per Michele non è stato nemmeno il primo salvataggio del genere: già in passato aveva strappato dal lago una donna a Valmadrera.

“Gelu stava attraversando un brutto momento e non voleva più vivere, per questo si era buttato; ha compiuto un gesto sconsiderato improvviso”, spiega Michele. “Quando si è ripreso mi ha cercato e sono andato a trovarlo in ospedale dove era ricoverato – prosegue il vice ispettore -. Mi ha ringraziato per avergli impedito di portare a termine il suo gesto estremo. Dopo per lui le cose hanno cominciato a sistemarsi e andare meglio”. Michele e Gelu si frequentano ancora. “Esempio di coraggio, determinazione ed audacia – recita l'attestato consegnato a Michele -. Per aver salvato un uomo privo di sensi gettandosi nel fiume Adda senza esitazione ed incurante del pericolo per trascinarlo a riva”.