Donazione di organi Un sì in ospedale per regalare nuova vita

Da questo mese l’opportunità si aggiunge alle altre già previste come l’iscrizione all’Aido o la dichiarazione di volontà in Comune .

Donazione di organi  Un sì in ospedale  per regalare nuova vita

Donazione di organi Un sì in ospedale per regalare nuova vita

di Daniele De Salvo

La morte diventa vita, il lutto speranza. Quindici pazienti mancati mentre erano ricoverati in ospedale all’Alessandro Manzoni di Lecco hanno donato i loro organi, i loro tessuti, le loro ossa. Grazie al gesto di estrema generosità e civiltà loro o dei loro familiari, tante persone condannate a morte certa o a continuare a soffrire, sono "risorte" o hanno potuto curare le patologie e le ferite che le affliggevano.

Da tredici donatori sono stati prelevati 44 organi: 24 reni, 13 fegati, 3 cuori e 4 polmoni. Insieme ad altri due donatori di soli tessuti hanno inoltre consentito inoltre il prelievo di 79 tessuti muscoloscheletrici, 8 valvole cardiache, 3 vasi, e 24mila centimetri quadrati di cute.

I potenziali donatori di organi avrebbero potuto essere di più: in quattro casi sono state riscontrate controindicazioni, mentre in altri due i parenti si sono opposti. Sia al San Leopoldo Mandic di Merate, sia all’ospedale di Lecco sono state inoltre prelevate 207 cornee. Proprio da questo mese, da inizio aprile, è possibile esprimere la volontà di donare gli organi e i tessuti dopo la morte anche direttamente in ospedale, sollevando i familiari dalla difficile scelta, specie nel momento della perdita di un proprio caro. La nuova opportunità si aggiunge alle altre che già previste: l’iscrizione all’Aido, la dichiarazione di volontà in Comune quando si rinnova la carta di identità, il testamento, gli scritti autografi. La scelta può essere modificata in ogni momento. "I lecchesi sono noti per la loro sensibilità rispetto al delicato tema della donazione e l’opportunità di esprimere la volontà di donare i propri organi e tessuti dopo la morte direttamente in ospedale, rende il gesto ancora più significativo – spiega Salvatore Alongi, direttore del Dea, il Dipartimento di emergenza e urgenza dell’Asst di Lecco -. Promuovere la cultura della donazione è uno dei nostri obiettivi prioritari: ancora molti pazienti restano in attesa di un trapianto, nonostante la considerevole crescita dell’attività di donazione. Nel rispetto della volontà del donatore, il nostro impegno è quello di aver cura dei loro familiari per far comprendere che in un momento così doloroso può essere effettuato un gesto che salva la vita di un’altra persona".