Depuratore del Garda Il commissario resta in sella

No del Parlamento alla rimozione del delegato alla realizzazione dell’impianto. Il Governo di fatto dà il via libera al progetto contestato dalle comunità locali.

di Federica Pacella

Con 168 voti contrari e 87 a favore, il Parlamento dice no alla rimozione del Commissario straordinario per la progettazione, l’affidamento e l’esecuzione delle nuove opere per il depuratore del Garda. La fumata nera è arrivata ieri mattina, in occasione del voto sull’ordine del giorno al decreto siccità presentato dagli onorevoli Dori, Bonelli, Borrelli, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella e Zaratti, che chiedeva al Governo di impegnarsi a rimuovere la figura del commissario per "restituire alle autorità locali le decisioni e di rivalutare soluzioni alternative a quella attualmente prospettata, tutelando così il territorio e il fiume Chiese".

A votare contro è stata la maggioranza, con AzioneItalia viva, con la sola astensione di Cristina Almici, deputata bresciana di Fratelli d’Italia. Secondo Devis Dori (Europa verde) e Gianantonio Girelli (Pd), "il Governo e la sua maggioranza escono definitivamente allo scoperto: da un lato promettono ai cittadini, a parole, che stanno valutando la possibilità di rimuovere il Commissario (il ministro Fratin dovrebbe convocare le Regioni per valutare questa opzione, ndr); nei fatti, invece, dimostrano di volerlo tenere. Senza campagne elettorali imminenti, il Governo si esprime finalmente in modo trasparente".

Per Paola Pollini, consigliera regionale bresciana del M5S, "il voto contrario non arriva come un fulmine a ciel sereno. I proseliti e le promesse di vari esponenti della maggioranza, Fratelli d’Italia e Lega su tutti, non potevano non trovare altro epilogo perché andavano contro quanto sostenuto e fatto negli anni dai loro stessi partiti. Non ci sarà alcun passo indietro di questo Governo sul progetto".

"Spero che il voto segni lo stop alle polemiche spicciole su quest’opera e il commissariamento – commenta Stefano Borghesi (Lega) –. L’auspicio è che si possa aprire una fase nuova, costruttiva e propositiva, senza i troppi signori del no a priori. La volontà politica della Lega è e resta a favore della realizzazione del depuratore, lasciando ai tecnici il compito di individuare la miglior soluzione per procedere". Per Giacomo Zobbio, consigliere provinciale (Lega), anche la Provincia dovrà tener conto di questo voto. "Ciascuno tirerà le proprie conclusioni, ma il segnale mi pare chiaro: a furia di no, non si va avanti".