
Escursionisti in un sentiero
Lecco, 3 maggio 2020 – Paese che vai, ordinanza che trovi... A poche ore dall'inizio della Fase 2 con l'allentamento del lockdown da coronavirus in provincia di Lecco ogni sindaco ha interpretato a proprio modo l'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 sulla gestione dell'emergenza sanitaria. C'è chi da domani ha deciso di aprire i sentieri e montagne, chi di aprirli ma solo fino ad una certa quota oppure solo per i residenti, chi di tenerli chiusi, chi di aprirli a tutti solo se si raggiungono in bici o a piedi. La stessa eterogeneità di indicazioni vale per i camminamenti lungo i laghi o l'alzaia dell'Adda, le piste ciclabili, l'accesso al Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone e al Parco del Monte Barro.
In base a quanto pubblicato sul sito di Palazzo Chigi in realtà “si può uscire dal proprio domicilio... per svolgere attività sportiva o motoria all’aperto”. Inoltre “per svolgere l’attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività”, mentre “non è consentito svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria regione”. Le varie ordinanze comunali rischiano quindi di non essere in linea con la normativa nazionale, sebbene in base all'articolo 3, comma 2 del Dl 19/2020 “i sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l'emergenza in contrasto con le norme statali...". Aspetti normativi a parte, i provvedimenti contrastanti stanno creando parecchia confusione tra i cittadini in un momento già difficile.
A Lecco per ora tutti i sentieri restano chiusi per altre due settimane. Il sindaco Virginio Brivio teme l'invasione incontrollata di escursionisti e alpinisti. Inoltre preferisce che vengano prima sistemati i sentieri ormai deserti da un paio di mesi in modo da garantirne la piena sicurezza. Non è percorribile nemmeno la nuova pista ciclabile a lago verso Abbadia Lariana perché troppo stretta con i suoi 4 metri di larghezza, con il rischio quindi che non si possa rispettare il distaccamento sociale.
A Varenna il Sentiero del viandante rimane chiuso.
A Colico, Dervio e Dorio i sentieri vengono aperti, come i tratti di lungolago e le spiagge, ma solo ai residenti.
A Pasturo si riaprono i sentieri ma fino alle Baite Comolli e comunque non oltre la quota neve. Non possono inoltre essere raggiunti in auto o con mezzo privati, che significa di fatto precluderli a chi non abita in zona.
Anche a Mandello del Lario riaprono i sentieri, ma solo fino a 1.400 metri di quota. Non si può quindi salire fino sulla vetta di Grignone e Grignetta e nemmeno raggiungere i rifugi, che tra l'altro non sono aperti, anche per evitare che i soccorritori del Soccorso alpino e del 118 siano obbligati agli straordinari dopo un periodo già impegnativo per la pandemia per soccorrere eventuali escursionisti feriti. Off-limits anche i sentieri n° 7 che è la Cresta Cermenati e n°8 della Direttissima.
Riaprono anche il Monte Barro e Pian Sciresa a Malgrate, ma sono raggiungibili solo a piedi. Lo stesso vale anche per San Pietro al Monte e il Cornizzolo a Civate e San Tomaso e le altre località a Valmadrera, che di fatto sono di nuovo fruibili solo per chi abita nei paraggi.
Anche le ciclovia del lago di Annone tra Annone, Civate, Galbiate, Oggiono e Suello torna percorribile ma solo per chi arriva direttamente in bicicletta da casa propria, come il lungolago di Olginate e Consonno e Pescate, il cui sindaco Dante De Capitani non vuole aprire le porte del suo paese a "milanesi, bergamaschi, bresciani".
Vietato arrivare in auto anche lungo l'Adda a Brivio, Imbersago e Paderno: per una corsetta lungo il fiume occorre raggiungere l'alzaia a piedi o in bici. Analoga decisione per i sentieri del Parco del Curone.