DANIELE DE SALVO
Cronaca

Treni fermi per due anni sulla linea Como-Lecco, i pendolari insorgono: “Rivedete i tempi”

La tratta dev’essere ammodernata. I viaggiatori: “Bisogna rifare il piano lavori, non meritiamo una chiusura così prlungata”. Rfi: “Troppo costoso”

La linea va elettrificata

La linea va elettrificata

LECCO – Oltre due anni senza treni. Durante i lavori di elettrificazione della linea Como–Lecco, le due città lariane saranno molto più lontane e i pendolari, frontalieri e turisti resteranno a piedi. L’intervento, per il quale si prevede un investimento di circa 80 milioni di euro, durerà 835 giorni, cioè quasi 26 mesi consecutivi. Potrebbe cominciare a giugno.

L’ipotesi di suddividerlo in tre fasi, avanzata dai viaggiatori e accolta dai politici regionali, per limitare serrate e disagi, procedendo prima con l’elettrificazione della tratta tra Albate e Cantù, poi tra Cantù e Merone e infine tra Merone e Molteno, è stata cassata dai tecnici di Rfi: costerebbe troppo e richiederebbe più tempo. “La richiesta di lottizzazione dell’opera con suddivisione nelle 3 tratte funzionali, seppur tecnicamente fattibile, registra un incremento dei costi connessi alla diversa cantierizzazione nonché ad ulteriori apprestamenti – spiegano gli ingegneri nella loro relazione di 45 pagine –. Comporta altresì un incremento dei tempi”.

Per i portavoce degli oltre mille pendolari che quotidianamente si spostano in treno tra Lecco e Como, tuttavia si tratta di una decisione insostenibile, anzi inaccettabile: “Un piano inaccettabile per le ripercussioni negative si studenti, lavoratori e frontalieri – denunciano –. Il blocco totale della linea comprometterebbe gravemente la mobilità tra Como e Lecco, due città strettamente connesse. A non convincere è soprattutto la chiusura continuativa del tratto tra Molteno e Merone, lungo solo 7 chilometri, i cui lavori non paiono particolarmente complessi”. Per questo i viaggiatori chiedono di rivedere il cronoprogramma: “Il nostro territorio – sostengono – merita un’infrastruttura moderna e adeguata, ma non merita una chiusura così prolungata né un’opera incompleta che non garantisca un servizio efficiente”.