Brescia, Massimo Cellino e il sindaco di Torbole prosciolti

Turbativa d'asta: il fatto non sussite. Il patron del Brescia e il sindaco Sisti tirano un sospiro di sollievo

Massimo Cellino

Massimo Cellino

Non luogo a procedere "perché il fatto non sussiste". Le grane giudiziarie del patron del Brescia Calcio Massimo Cellino nelle ultime ore si stanno sciogliendo come neve al sole. Ieri il gup Matteo Grimaldi ha prosciolto il presidente delle Rondinelle dall’accusa di turbata libertà d’incanti che lo vedeva imputato con il sindaco di Torbole Casaglia Roberta Sisti (attuale segretaria provinciale della Lega, ndr), all’assessore ai Lavori Pubblici Mauro Ometto e all’esponente della commissione urbanistica Fabio Vizzini.

Stando al pm Erica Battaglia, che aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti, la costruzione del centro sportivo nel quale si allenano i calciatori del club nasconde manovre speculative. Il centro sarebbe stato realizzato su un terreno che nel 2018 fu svenduto dal Comune alla società Brescia Holding spa, la quale poi la cedette a un’altra società della galassia Cellino, la Eleonora Immobiliare, al doppio del prezzo. Prima vi sorgeva un parco e poi, "all’esito della procedura di vendita dell’immobile, fu definita la varante del Pgt per modificare la destinazione d’uso in area ad uso privato", recitava l’accusa.

Gli imputati hanno sempre negato gli addebiti e anche il gup ieri ha creduto alla loro innocenza. "I passaggi erano documentati e in trasparenza, e anche il Tar ci aveva dato ragione - spiega non nascondendo il giubilo l‘avvocato Giorgio Altieri, che con il collega Luca Bonavitacola assiste il patron del Brescia Calcio -. Il cambio di destinazione d’uso del terreno fu predisposto 6-8 mesi prima dell’acquisizione. Tutto avvenne regolarmente. Vi fu da parte una manifestazione d’interesse che il Comune non colse, e in un secondo momento fu indetto un bando di gara. Poi fu nominato un perito per la valutazione del valore del bene". Per il sindaco Sisti, si è trattato di "una macchinazione dell’opposizione per screditare la giunta". Beatrice Raspa