Casargo, il "grande vecchio" è a fine vita: "Ma il faggio malato sarà curato"

La Tac effettuata sull’albero che resiste da tre secoli non lascia dubbi. Il trapasso non sarà però breve

Il faggio

Il faggio

Casargo (Lecco) - Il «grande vecchio» di Casargo è ammalato, sta soccombendo agli acciacchi dei suoi più di tre secoli d’età e ha bisogno di essere curato. Il faggio del Piancone che cresce in Val Marcia sulle pendici del Pizzo D’Alben ha infatti almeno tre secoli di vita, probabilmente di più: è tra i faggi in assoluto più anziani e grandi d’Italia e per questo è inserito nell’elenco degli alberi monumentali. La sua circonferenza misura una decina di metri e la sua chioma ha un diametro di più di 30 metri. Nonostante sia scampato a invasioni, conflitti, due guerre mondiali, alla rivoluzione industriale, alla cementificazione selvaggia, al disboscamento crescente e al cambiamento climatico in atto, sta risentendo anche lui dell’inclemente trascorrere del tempo. Uno dei suoi grandi rami è già spezzato e rischia di cedere di schianto mentre il tronco risulta sempre meno resistente.

Per salvarlo il sindaco del paese, Antonio Pasquini, e l’assessore all’Agricoltura, Piergiacomo Acerboni, hanno commissionato una serie di esami affinché gli esperti comprendano come stia realmente, formulino una diagnosi in merito al suo stato di salute e soprattutto stabiliscano quale sia la terapia migliore a cui sottoporlo. Ieri un agronomo, accompagnato dai carabinieri della Forestale di Margno, lo ha sottoposto ad un primo ceck up di controllo tramite una vera e propria Tac, una Tomografia sonica per la precisione. Il primo responso purtroppo è impietoso: "In attesa della relazione definitiva, che ci rivelerà pure l’età precisa dell’albero, mi è stato anticipato che semplicemente il faggio del Piancone sta ultimando il suo ciclo naturale", rivela il primo cittadino. Significa che sta morendo.

Data la sua longevità il "trapasso" sarà comunque molto ma molto lungo e il Fondon, come lo chiamano gli abitanti della valle, con cure adeguate potrà continuare a invecchiare ancora per parecchi decenni. "Non è solo un albero, è uno di noi, è un essere vivente della nostra comunità e rappresenta la nostra storia – spiega il sindaco -. Per questo gli riserveremo tutte le attenzioni e le cure che merita". Per cominciare la fronda rotta verrà rinforzata con tiranti. Alla "visita" ha partecipato a presidente della Pro loco Maria Calcagni. Il Fondon è solo uno degli alberi monumentali che crescono a Casargo, alcuni dei quali si trovano lungo lo stesso tragitto, come alcuni castagni e un noce i cui tronchi misurano oltre 4 metri di circonferenza. "Vogliamo valorizzare il Fondon e gli altri nostri alberi monumentali, permettendo tutti di ammirarli e di godere della loro bellezza, migliorando il sentiero attraverso cui raggiungerli e istituendo una sorta di percorso degli alberi monumentali", annuncia Pasquini. Daniele De Salvo