
Controlli in strada e in stazione, ma anche nel verde e lungo i sentieri di montagna. Continua senza concedere tregua la guerra agli spacciatori dei boschi della droga in Alto Lario. È un’offensiva continua, quasi un assedio, perché non si può mai abbassare la guardia: appena si arresta uno spacciatore ne arrivano due di rimpiazzo; quando si smantella un loro bivacco, ne viene subito approntato un altro; se si sequestrano dosi, sono già pronti altri rifornimenti.
È la legge della domanda e dell’offerta di un mercato che sembra non conoscere crisi, perché i clienti sono tanti, italiani e stranieri, giovanissimi e adulti, tossicodipendenti e consumatori occasionali, insospettabili e sbandati, imprenditori benestanti e disoccupati e studenti. A inizio settimana, il questore di Lecco Ottavio Aragona ha ordinato l’ennesima operazione tra Colico, Dervio e Dorio per monitorare la stretta striscia di terra di nessuno tra il lago di Como, la Sp 72, la Statale 36 e la linea ferroviaria Lecco – Sondrio, trasformata in bazar dello stupefacente a prezzi da discount sempre aperto. I primi ad entrare in azione in avanscoperta, anche nei giorni precedenti, sono stati gli agenti su auto civetta e vestiti in abiti civili per non dare nell’occhio in modo da poter perlustrare la zona addentrandosi fino nella boscaglia e i individuare le possibile zone calde. Poi hanno cinturato l’intera area i poliziotti della Volanti a bordo delle loro pantere e i colleghi del Reparto prevenzione crimine di Milano, che hanno allestito posti di blocco e di controllo lungo le principali strade di accesso ai centri urbani, all’imbocco dei sentieri e vicino alla stazione ferroviaria di Piona. Hanno identificato 48 persone, di cui hanno annotato generalità, posizione, con chi erano e ispezionato 32 veicoli, di cui sono stati registrati numeri di targa, intestatari, conducenti e passeggeri. I dati verranno successivamente incrociati e analizzati dagli investigatori, per ricostruire l’intricata rete di possibili spacciatori e clienti, perché la guerra allo spaccio è anche e soprattutto guerra di intelligence. Per questo non è mai finita: "Analoghi servizi – avverte il questore - saranno effettuati anche nelle prossime settimane".