
Benemerenze civiche e polemiche. Nicolino d’oro al Lecco Calcio. Ma il presidente Di Nunno rosica
Il Nicolino d’oro alla Calcio Lecco 1912, tornata in serie B dopo mezzo secolo, ma non al presidente della società che l’ha salvata dall’estinzione e che ha investito milioni di euro per riportare i blucelesti nella seconda divisione professionistica e permettere loro di giocare nello stadio di casa. È considerato troppo rude e schietto.
Ha un retrogusto amaro per il patron del Lecco Paolo Di Nunno, 74 anni, il conferimento della massima benemerenza civica alla squadra che ha riportato tra le grandi del calcio e non a lui personalmente. Si sarebbe aspettato che, dopo il miracoloso sportivo ed imprenditoriale che ha compiuto, l’onorificenza in occasione della festa patronale di San Nicolò venisse assegnata direttamente, non alla società che dirige. Il malumore trapela non solo negli spogliatoi, in sala stampa e sugli spalti del Rigamonti – Ceppi, ma anche sui social, dove non è stato postato nemmeno un commento per il conferimento del Nicolino d’oro. Durante la festa patronale verranno consegnate altre due benemerenze civiche. "Tra le candidature pervenute sono stati riconosciuti meritevoli della civica benemerenza Paolo Cereda, la Calcio Lecco 1912 e Mauro Lanfranchi", comunicano in una nota dall’Amministrazione comunale di Palazzo Bovara. Il Nicolino d’oro a Paolo Cereda è alla memoria: i responsabile provinciale di Libera e componente del coordinamento nazionale dell’associazione antimafia è infatti mancato nel settembre 2017 all’età di 54 anni. Mauro Lanfranchi, 71 anni, è invece un fotografo lecchese di fama internazionale, veterano soprattutto delle fotografie delle montagne.