Foreign fighters: in Europa 550 come la mamma di Barzago

Un’inchiesta inglese svela l’identikit delle sorelle della jihad

Le donne che lasciano tutto per la Jihad sono almeno 550 in Europa

Le donne che lasciano tutto per la Jihad sono almeno 550 in Europa

Barzago (Lecco), 3 febbraio 2015 - Lei ha rinnegato tutto per il sogno di uno Stato islamico. Ha lasciato suo marito e la sua famiglia, la sua vita, il suo passato. Ha sacrificato perfino suo figlio, un bambino di sei anni, gli ha sottratto l’infanzia per trasformarlo in un futuro combattente della jihad. Ma la musulmana di Barzago, Valbona, che il 17 dicembre è scappata insieme al suo bambino per raggiungere la Siria, è solo una delle moltissime nuove donne che stanno formando un nuovo inquietante mosaico. Il giornale inglese Telegraph, in un’inchiesta pubblicata proprio in questi giorni, lo chiama «il volto femminile del terrore».

In termine tecnico: «Caliphettes». Sono le giovani – spesso giovanissime – che lasciano la vita occidentale per diventare «spose della jihad». Insanganti, infermiere, soldatesse e anche, proprio come nel caso di Barzago, madri di una futura generazione di combattenti sotto il vessillo nero dell’Isis. In Europa sarebbero già 550 le ragazze che hanno fatto questa scelta. Numeri che arrivano dall’ultimo rapporto londinese del prestigioso Isd (Institut for Strategic Dialogue). Sasha Havlicek, responsabile dell’Isd, fa notare come «per molto tempo la società occidentale abbia visto le donne, in particolare le donne musulmane, solamente come vittime dell’ideologia fondamentalista. Si sta vivendo adesso uno choc collettivo per il fatto che esse siano invece parte attiva dll’ideologia estremista tanto quanto gli uomini».

Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto 550 donne, tra cui anche la madre di Barzago, a rinnegare la cultura occidentale in cui sono spesso nate e cresciute per sposare la jihad? Si legge nel rapporto Isd: «Il movente ideologico, il desiderio di creare il Califfato, l’odio contro l’occidente e la volontà di sconfiggerlo, il desiderio di un ritorno alle origini e di riscoprire le proprie radici». L’indagine dell’Isd si basa sulle dichiarazioni di dodici donne europee tra i 16 e i 25 anni che hanno scelto la lotta armata nel nome del Califfato: sei britanniche, due olandesi, una francese, una canadese e due austriache. «Spesso sono donne convertite all’Islam con paurosa mancanza di cognizioni sulla fede e la religione». Il loro reclutamento avviene per lo più attraverso la propaganda su internet. Il futuro si profila inquietante, secondo gli esperti di terrorismo internazionale. Spiega ancora la Havelicek: «Per il momento queste donne sono relegate dai leader di Isis all’incitamento della violenza on line. Tuttavia, Isis è avvezza a cambiare tattica quando ne ha bisogno. Potrebbe non essere lontano il giorno in cui vedremo queste donne compiere veri e propri attentati terroristici nelle città occidentali».