Ballabio: la morte del piccolo Liam, genitori accusati di omicidio

Pesante capo di imputazione con il processo che si aprirà a Como a sei anni dalla morte del bimbo neonato. Nel 2019 erano stati prosciolti

Il tribunale di Como

Il tribunale di Como

Omicidio volontario aggravato del proprio figlio neonato. Ad essere accusati di aver ucciso il proprio secondogenito sono Aurora Ruberto di 38 anni e Fabio Nuzzo di 44, mamma e papà del piccolo Liam di Ballabio, morto il 15 ottobre 2015 ad appena 28 giorni di vita. Secondo i giudici della Corte d’assise d’appello di Milano che li hanno rinviati a giudizio l’avrebbero colpito alla testa, almeno secondo quanto emerso dalla nuova perizia del medico pavese Antonio Osculati, che ha riscontrato due fratture craniche parallele che avrebbero provocato un arresto cardio-respiratorio secondario a un danno cerebrale di genesi traumatica. Liam sarebbe cioè morto a causa delle conseguenze delle botte rimediate in testa. La prima udienza è già stata fissata per il 23 settembre 2021 in tribunale a Como, quando saranno ormai trascorsi 6 anni dalla tragedia. Non è la prima volta che i due genitori vengono indagati: erano già finiti sotto inchiesta in precedenza perché sospettati di aver soffocato il piccolo, portato d’urgenza in ospedale nel giro di 72 ore prima per una sospetta caduta in casa, poi per strani ematomi al capo e infine l’ultima per constatarne il decesso.

Nel giugno 2019 erano però stati prosciolti, perché dagli esami presi in considerazione era emerso che Liam sarebbe morto per una polmonite virale non diagnosticata che lo avrebbe soffocato. In precedenza come i genitori erano stati stati scagionati pure i medici che avevano assistito e poi dimesso il bimbo prima che morisse nelle ore immediatamente successive. Contro la decisione di chiudere il caso si è però opposta il sostituto Daniela Meliota della Procura generale della Repubblica, forte dell’ultima super-perizia voluta dal pm lariano Giulia Angeleri, in seguito alla quale i togati e i laici della prima sezione penale della Corte d’assise d’appello meneghina hanno riaperto il procedimento verso il papà e la mamma, nonostante l’opposizione del loro nuovo avvocato difensore Nadia Invernizzi.

Red.Cro.