Acciaio e miele in Valcurone grazie a Fomas

I vertici delle metallurgica di Osnago hanno impiantato quattro arnie nel giardino di Casina Butto, sede del parco regionale

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Acciaio e miele nella Valcurone. I vertici delle metallurgica Fomas di Osnago hanno impiantato quattro arnie nel giardino di Casina Butto, sede del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Sono le prime di quello che diventerà un apiario aziendale.

Lo gestiranno gli esperti di Apiculturaurbana.it. "Sono sempre stato un frequentatore del Parco del Curone e il legame molto forte con questo territorio mi ha spinto a realizzare un progetto che possa coniugare due mondi apparentemente lontani: quello della fabbrica e quello del Parco", commenta Jacopo Guzzoni, presidente di Fomas, colosso di forgiati e laminati fondato nel 1956 che ha l’head quarter a Osnago, ma conta 8 stabilimenti in tutto il mondo, oltre che migliaia di dipendenti. Nel progetto verranno coinvolti proprio i dipendenti del gruppo e i loro familiari, attraverso momenti a loro dedicati e corsi di formazione sul ruolo che hanno le api nel preservare la biodiversità ambientale. In questi anni la presenza delle api, e degli insetti impollinatori in genere è messa fortemente a rischio dalle mutazioni climatiche e dall’utilizzo di pesticidi che ne pregiudicano la sopravvivenza, con il rischio di una progressiva riduzione della riproduzione della flora. Arnie e apiario permetteranno quindi alle api di avere una casa da cui andare e venire per impollinare i fiori di tutto il circondario e assicurare la riproduzione delle piante.

"Oggi i progetti di apicoltura urbana sono diffusi in tutto il mondo – conferma Giuseppe Manno, cofondatore ed ideatore di Apicolturaurbana.it. -. Secondo le Nazioni Unite, sono a rischio estinzione il 40% degli alveari: fare apicoltura in città e nei parchi è possibile e vuol dire proteggerle". "Per questo abbiamo subito accolto con favore la richiesta di collaborazione che ci è arrivata dai manager di Fomas e messo a loro disposizione un’area di proprietà del Parco per aumentare la presenza delle api nell’ecosistema", commenta Marco Molgora, presidente del Parco della Valcurone. Attualmente tra Lecchese e Monzese si contano 19.600 alveari e 1.720 apiari, che sono i luoghi dove vengono collocate le arnie. Mediamente in ogni alveare ci sono dalle 10mila alle 60 mila api a seconda dello "stato di salute" dell’alveare: significa che potenzialmente tra le due province ci sono da 196 milioni a più di un miliardo di api, mentre nelle quattro nuove arnie posizionate vicino alla sede del Parco possono vivere dale 40mila alle 230mila api, sebbene quantificarle sia estremamente difficile. Daniele De Salvo