Guerra tra Ucraina e Russia, cosa sta succedendo e perché: le notizie di giovedì 3 marzo

La Russia ha conquistato Kherson e circondato due città nel sud. Dai negoziati ok a corridoi umanitari per permettere ai civili di abbandonare il Paese

Soldati ucraini a Sytniaky, Ucraina, a ovest della capitale

Soldati ucraini a Sytniaky, Ucraina, a ovest della capitale

Nell'ottavo giorno dell'invasione dell’Ucraina, la Russia sta guadagnando terreno sul fronte meridionale: ha conquistato la città di Kherson, circondato Mariupol Berdyansk e ora minaccia di tagliare agli ucraini l'accesso dal Mar Nero. A nord, i russi stanno cercando di circondare Kiev, dove nella serata hanno risuonato nuovamente le sirene d'allarme, mentre a Kharkiv hanno intensificato i bombardamenti prendendo di mira anche i quartieri residenziali. Si combatte anche nella zona di Zaporizhzhia, dove si trova la più grande centrale nucleare d'Europa.

Dopo il fallimento dei precedenti negoziati, giovedì i delegati russi e ucraini hanno trovato un'intesa sulla creazione di corridoi umanitari con un cessate il fuoco temporaneo. Tuttavia, mentre l'Ucraina ha affermato che "non sono stati ottenuti i risultati attesi", Mosca parla di "sostanziali progressi". Sempre giovedì, la Corte penale internazionale ha ufficialmente avviato un’indagine su presunti crimini di guerra commessi dall'esercito russo. In serata dal Pentagono, invece, è giunta la notizia dell'istitutzione un canale di comunicazione diretto con la difesa russa per evitare un conflitto involontario legato alla guerra in Ucraina.

In generale, il Cremlino ha incontrato una resistenza più feroce del previsto ed è sempre più isolata a livello internazionale. Tutte le nazioni occidentali, comprese quelle più neutrali, hanno approvato sanzioni economiche e politiche. La borsa russa è rimasta chiusa per il quarto giorno consecutivo, dopo che lunedì il valore del rublo è crollato di quasi il 30 per cento. Molte grandi aziende russe quotate all'estero, come Gazprom, Lukoil e Sberbank, hanno perso oltre il 95 per cento del loro valore. In più, i titoli russi sono stati esclusi dall'indice dei mercati emergenti perché ormai sono considerati tossici.

Secondo i dati resi noti dalle fonti di Kiev, dall’inizio dell’invasione sono morti almeno 2mila civili ucraini, tra cui 21 bambini (ma l'Onu in serata ha "ridimensionato" la cifra - aggiornata al 2 marzo - a un comunque tragico 249 vittime). Sono incerte le perdite nell'esercito russo: il Cremlino registra 500 vittime, mentre il governo ucraino afferma di aver ucciso 9mila invasori. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha dichiarato che più di un milione di profughi sono fuggiti dal Paese, per lo più verso l’Unione europea, mentre un altro milione di persone è scappato dalle città assediate verso l'Ucraina interna.

 

Come sta andando l’invasione

La Russia ha invaso l’Ucraina da tre direzioni: nord, est e sud. L'avanzata russa è ancora rallentata dalla resistenza, che è riuscita a mantenere il controllo Kiev e Kharkiv, le truppe russe hanno conquistato Kherson, circondato le città di Mariupol e Berdyansk e stanno preparando uno sbarco per attaccare Odessa. Secondo un’analisi dell’Institute for the study of war, “l’obiettivo di tagliare fuori le forze ucraine che difendono il Donbass. “I leader ucraini – si legge nel rapporto – potrebbero presto affrontare la dolorosa decisione di ordinare il ritiro di quelle forze e la cessione dell'Ucraina orientale” oppure consentire che una grossa parte dell’esercito regolare “venga circondato e distrutto”. A Mariupol, in particolare, i bombardamenti sono molto pesanti. Secondo gli analisti, le forze russe stanno conducendo una campagna deliberata per distruggere le infrastrutture civili critiche e le aree residenziali nel probabile tentativo di costringere la città ad arrendersi.

Fino a questo momento, la Russia ha sottovalutato la volontà e la capacità degli ucraini di resistere. Nel nord-est, le forze russe stanno affrontando crescenti problemi di morale e di approvvigionamento. Inoltre, la Russia ha sorprendentemente fallito nel guadagnare la superiorità aerea e nel mettere a terra l’aviazione ucraina, che controlla ancora i cieli. In questi giorni, tra l'altro, stanno arrivando all'esercito ucraino molte armi da parte delle nazioni europee, tra cui sistemi anticarro, antiaereo, mitragliatrici ed equipaggiamenti da difesa come elmetti e giubbotti antiproiettile.

Di fronte al mancato crollo della resistenza, la Russia ha riorganizzando i suoi sforzi militari e ripreso l'offensiva a Kiev. Una colonna di carri armati, blindati e artiglieria lunga quasi 60 chilometri aveva raggiunto la capitale martedì: l'obiettivo sembra essere circondare la città da ovest. A Kharkiv l'artiglieria russa ha intensificato ancora i bombardamenti. Secondo l'intelligence statunitense, l'esercito russo ha messo in campo circa il 75-80 per cento della forza militare prevista inizialmente.

 

Perché la Russia ha invaso l’Ucraina

Da tempo, la Russia teme che l’Ucraina si unisca – anche in lontano futuro – all’Unione europea o alla Nato (l’alleanza che include Stati Uniti e vari Paesi europei e occidentali, tra cui l’Italia). Da sempre, la Russia soffre della cosiddetta «sindrome dell’accerchiamento» e percepisce come una minaccia avere ai suoi confini dei Paesi membri nell’alleanza atlantica.

Con l’invasione, Putin vorrebbe dissuadere l’Occidente a riavvicinarsi all’Ucraina oppure instaurare un regime a lui favorevole. Per questo il suo obiettivo prioritario è conquista la capitale, Kiev, è rovesciare il governo di Zelensky. Secondo quasi tutti gli osservatori, tuttavia, Mosca non si aspettava una reazione internazionale così unita e ferma. In più Putin sta affrontando un vasto dissenso interno: negli ultimi giorni, più di 7mila persone sono state arrestate in Russia per aver manifestato contro la guerra e le proteste continuano.

Paradossalmente, l'invasione ha riavvicinato Ucraina e Occidente. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di crimini di guerra per aver preso di mira i civili e si appellato al Parlamento europeo per far entrare il suo Paese nell’Unione europea. In risposta, l'assemblea ha accelerato le procedure di ingresso dell'Ucraina nella comunità. Ma non solo, mercoledì l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato – con 141 voti su 193 – la risoluzione che chiede alla Russia di fermare la guerra e ritirare immediatamente tutte le truppe. Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea e Siria hanno votato contro.

 

L’efficacia e il prezzo delle sanzioni

L’Unione europea, gli Stati uniti e vari Paesi della Nato hanno varato ampie sanzioni economiche contro la Russia. È stato congelato quasi il 50 per cento delle riserve della Banca centrale russa (quelle detenuto all’estero) e sono state bloccate le attività finanziarie di Putin e di quasi 500 oligarchi russi. Sette grandi banche russe verranno escluse dal sistema internazionale di pagamenti Swift, rendendo loro estremamente difficile operare. Oltre a questo, sono previsti embarghi a vari settori strategici del commercio nei confronti della Bielorussia, alleata di Mosca.

L’obiettivo è rendere difficile alla Russia finanziare la guerra in Ucraina e danneggiare la sua economia. Gli effetti si fanno già sentire: in un giorno, il rublo ha perso quasi il 30 per cento del suo valore, molte delle sue maggiori aziende quotate all'estero sono crollate e secondo una stima dell’istituto finanziario J.P. Morgan, entro qualche mese le sanzioni potrebbero costare alla Russia fino al 20 per cento del Pil.

Il problema è che nel medio periodo le sanzioni danneggeranno anche le economiche occidentali. Gli europei, in particolare, rischiano di subire un danno maggiore rispetto agli americani. La Russia è il quinto partner commerciale dell’Unione europea, il terzo dell’Italia. Al contrario, gli Stati Uniti hanno traffici molto più limitati.

Ma il problema principale riguarda il gas naturale, da cui l’Europa è largamente dipendente. Dall’inizio della crisi, il prezzo del gas è aumentato vertiginosamente e questo porterà ad un aumento a catena del prezzo dell’elettricità e dei beni in generale.

Gli effetti saranno particolarmente duri per l’Italia. Il nostro Paese importa il 43 per cento del gas dalla Russia e lo utilizza per produrre circa il 60 per cento dell’elettricità. Il primo trimestre di quest’anno è iniziato con un’impennata della bolletta del 55 per cento e, secondo le stime, aumenterà ancora. E proprio in queste ore Biden ha annunciato nuove sanzioni nei confronti degli oligarchi russi.

 

La minaccia di una guerra nucleare

La tensione internazionale è cresciuta improvvisamente quando domenica sera Putin ha messo in allerta il sistema difensivo nucleare a seguito delle sanzioni economiche occidentali. Il riferimento agli armamenti atomici è stato ripetuto anche in altre occasioni dal presidente russo. Il Paese possiede circa 6 mila testate nucleari disseminate nel suo vasto territorio, benché solo circa 1.600 siano dispiegate come armi terrestri, marittime e aeree o come missili intercontinetali.

La possibilità che Putin scelga di utilizzare armi nucleari, tuttavia, sono assolutamente remote. Secondo la maggior parte degli esperti, la minaccia ha solo una funzione di deterrenza: lo scopo è di scoraggiare qualsiasi intervento militare diretto dell’Occidente in Ucraina.

 

La questione dei profughi

Secondo le stime dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, se la guerra proseguirà ci saranno oltre 10 milioni di profughi. All'inizio del conflitto l'Ucraina ha promulgato la legge marziale per richiedere agli uomini dai 18 ai 60 anni di rimanere nel paese. Ciononostante, nei primi giorni dell’invasione, più di un milione di persone – soprattutto donne e bambini – sono fuggite verso la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania, la Moldavia e la Russia (dal confine russo passano soprattutto le popolazioni filorusse e i profughi diretti a oriente). 

L’Unione europea sta già lavorando a un piano di accoglienza e redistribuzione all’interno dei Paesi membri. Se la risposta sarà unanime, i profughi saranno redistribuiti in base alla quota fissata dal Bilancio europeo: l’Italia, in questo, dovrà ospitare il 13 per cento degli ucraini in fuga (al momento ne sono arrivati circa 7mila). La Commissione europea è già pronta a stanziare nuovi fondi per fare fronte alla crisi migratoria.