Le voci disperate dello spettacolo meritano ascolto

Sandro Neri

Sandro Neri

Bauli in piazza a Roma, così come era successo a Milano. Il mondo dello spettacolo e della musica dal vivo non ha altro modo di far sentire la sua voce che protestare. Il settore è allo stremo, ma non ci sono spiragli a breve termine per una ripartenza. Il parziale allentamento delle restrizioni annunciato venerdì dal premier Mario Draghi in conferenza stampa coinvolge solo in minima parte teatri, cinema e altri luoghi di produzione culturale che ormai sono fermi da più di un anno. Assicurare una parziale e limitata riapertura solo di quelli all’aperto incide molto poco sui bilanci di un settore che nel 2020, per effetto della pandemia, ha visto crollare i proventi dell’82 per cento.

per la precisione, sono andati persi più di quattro miliardi di euro. Altrettanto disastrose le ricadute in termini occupazionali. Secondo Assomusica il 50 per cento delle maestranze a tempo determinato perderà il lavoro. E per oltre 25.000 lavoratori con contratto a chiamata non ci sarà un nuovo ingaggio.

La probabile revoca del blocco dei licenziamenti a partire dal 30 giugno, inoltre, consentirà anche alle aziende del settore di potersi ristrutturare riducendo organici e forza lavoro. Nelle misure annunciate dal governo figura anche l’obbligo di pass sanitario per poter assistere agli eventi. Bisognerà dimostrare di aver avuto il Covid e di essere guariti oppure di aver fatto almeno una dose di vaccino. In mancanza di uno di questi due requisiti sarà indispensabile il tampone negativo nelle 48 ore precedenti l’evento. Anche questo un freno a una possibile ripartenza del settore dello spettacolo e della musica dal vivo.

All’ordine del giorno del nuovo dibattito sulla ripartenza bisognerebbe inserire la definizione di nuovi protocolli che consentano di far ricominciare a lavorare anche le strutture al chiuso. I teatri e i cinema all’aperto, con la loro programmazione, non sono che una parte dell’offerta culturale, già calata, dal febbraio 2020, di oltre 3 milioni di appuntamenti in cartellone rispetto al 2019. Le sale da ballo attendono segnali e un’approvazione del protocollo elaborato che prevede la tracciabilità anche attraverso idonei sistemi di biglietteria elettronica, la negatività al Covid rilevabile attraverso la patente vaccinale e i tamponi antigenici. Nel frattempo sarebbe auspicabile che venissero accolte le principali richieste alla base della manifestazione di oggi a Roma. A cominciare dall’istituzione di un fondo da erogare ogni mese ai lavoratori e dall’avvio di una riforma del settore che introduca tutele previdenziali e assistenziali.