Erano anni di svolte epocali, quelli vissuti dagli europei sul finire del Cinquecento. Le guerre di religione infuocavano un Continente spaccato tra cattolici e protestanti, mentre il moltiplicarsi delle rotte dirette verso il Nuovo Mondo segnava il declino dell’egemonia millenaria del Mediterraneo in favore dell’Oceano Atlantico. In uno di quegli anni straordinari, il 1575, nella città di Crema, un gruppo di frati Cappuccini istituì un convento nel quartiere dei Sabbioni. L’opera che prestarono, all’inizio, fu assistere i condannati a morte. Da allora, quei frati hanno demolito ed eretto nuove chiese, commissionato capolavori e dato supporto e aiuto alla comunità cremasca. Eppure, si sa, anche i nostri sono anni di svolte epocali. E la crisi di fede e vocazione che attraversa il mondo non ha risparmiato il Convento dei Sabbioni. Gli ultimi quattro frati che abitano quelle antiche mura hanno annunciato che se ne andranno entro tre anni, lasciando quattromila credenti senza una parrocchia e la città di Crema senza un pezzo di Storia.
Editoriale e CommentoAnche i secoli, alla fine, finiscono