MARCO GALVANI
Economia

Yamaha, tutte le declinazioni del suono: "Puntiamo sulle emozioni e aiutiamo a viverle"

Raffaele Volpe, managing director del settore musica del colosso giapponese di strumenti e moto

Raffaele Volpe

Lesmo (Monza), 21 marzo 2021 - Tre diapason in un cerchio . Simbolo dei tre pilastri che da oltre 130 anni reggono l’azienda: sviluppo tecnologico, produzione e commercio. In tutto il mondo. Nel suono e nella musica. Perché tutto è partito da lì. Le moto arriveranno ‘soltanto’ nel 1953. E invece il viaggio è iniziato quando nel 1887 Torakusu Yamaha, un tecnico meccanico, viene chiamato a riparare un harmonium di produzione americana nella locale scuola di musica, ad Hamamatsu. Lo sistema e da lì nasce il suo sogno di fondare un’azienda giapponese che produca strumenti musicali. Lo fa partendo dal suo primo harmonium: percorre 250 chilometri a piedi per farlo vedere e provare al direttore di quello che era il ‘conservatorio’ di Tokyo. Uno strumento bellissimo ma stonato. Ma gli danno le dispense per imparare la musica e quindi realizzare uno strumento intonato. Il resto è storia.

Una storia di successo partita da una stonatura. Nel 1900 nasce il primo pianoforte verticale, nel 1902 il primo pianoforte a coda. E "oggi Yamaha produce quasi tutti gli strumenti musicali, prodotti home audio e impianti di audio professionale. Distribuiti in Europa da Yamaha Music Europe GmbH, e quindi dalla filiale italiana", l’orgoglio di Raffaele Volpe, Managing Director di Yamaha Music, ma anche bassista metal con trascorsi nel jazz, nel funky e nel rhythm and blues. Il suo ufficio è nel quartier generale sulle colline di Gerno di Lesmo. Lì dove convivono le due anime del marchio. Dove le moto di serie e i prototipi della MotoGp sono parcheggiate a pochi metri dagli strumenti musicali di maniacale perfezione e innovazione tecnologica. Il suono di un motore, in fondo, è musica come un accordo di chitarra o un assolo di tromba. E non è solo una questione di decibel. C’è un denominatore comune che è la passione per le emozioni: "Lo spirito che anima l’azienda ci spinge sempre a una ricerca continua nel cuore delle emozioni, per aiutare le persone a viverle ed esprimerle". Cuore, ma anche testa... "Yamaha è un’azienda con una profonda cultura fondata sulla ricerca, sullo sviluppo e sulla manifattura. Ha sviluppato negli anni alcuni degli strumenti musicali più innovativi come il famoso synth DX7, il pianoforte acustico Diskalvier e i pianoforti digitali della serie Clavinova già nei primi anni Ottanta. E potrei ancora citare i pianoforti silent, il transacustic, il venova, le soundbar, il sistema musiccast...". Come nasce uno strumento musicale? "I centri ricerca sono in Giappone, mentre i siti produttivi sono sparsi in Asia sebbene molto ancora venga realizzato in Giappone. Yamaha produce quasi tutti i componenti necessari per i suoi strumenti. Rimasi affascinato quando durante un viaggio in Giappone ci accompagnarono a visitare la fonderia di Yamaha Music dove vengono prodotti tutti i telai in ghisa dai pianoforti verticali economici fino ai gran coda. Negli anni Settanta, quando si affacciavano i primi strumenti digitali, come tastiere e pianoforti, Yamaha costruì la propria fabbrica di semiconduttori per produrre da sé il cuore sonoro di questi strumenti musicali". Come si coniuga tradizione e innovazione? "Forse per noi italiani questo è un difficile connubio, non per un giapponese che vive la tradizione tanto quanto l’evoluzione tecnologica. Viaggiando in Giappone questi contrasti sono per noi più evidenti. Faccio un esempio: Yamaha sfrutta tutte le competenze audio acquisite sui prodotti acustici per sviluppare meglio i prodotti digitali. Per ogni strumento acustico Yamaha produce l’equivalente strumento digitale ad eccezione del contrabbasso. Ed è per questa ragione che anche nell’ambito dell’audio professionale Yamaha è tra i brand numero 1, per la qualità sonora degli speaker come dei mixer da quelli economici a quelli per i grandi concerti". Qual è la filosofia che sta dietro a ogni vostra produzione? "Tutto ciò che Yamaha produce e immette sul mercato è studiato nei minimi dettagli sotto l’aspetto tecnico in primis perché l’esperienza del musicista o dell’appassionato di musica sia la migliore possibile. Questo su alcune linee di prodotto richiede anni di studi, prove, errori e ripartenze. Ma è proprio per questa ragione che Yamaha coinvolge alcuni dei suoi artisti nelle fasi di sviluppo per essere più vicina alle tendenze e ai gusti musicali, alle necessità espressive dei professionisti come degli amatori". Nel 2020 produzione e vendite hanno dovuto fare i conti con l’emergenza Covid. Come ne siete usciti? "Il Covid ha avuto un impatto su Yamaha come su molte altre aziende, ma forse siamo stati fortunati perché c’è stata una forte domanda di strumenti musicali economici per le persone che chiuse in casa hanno iniziato a suonare uno strumento musicale. In altri settori da noi presidiati come l’audio professionale o gli strumenti musicali per i live e i concerti, siamo stati più colpiti proprio per la cancellazione di tutti gli eventi dal vivo. In generale siamo soddisfatti dei nostri risultati, per alcuni prodotti abbiamo venduto tutto quello che potevamo, quindi abbiamo chiuso l’anno bene e guardiamo avanti con più fiducia." Prospettive per il futuro? "Yamaha giocherà il suo ruolo nel mercato continuando con una politica di innovazione, e grazie alla nuova vision "Make Waves" daremo il nostro contributo alla società, ai musicisti professionisti come ai dilettanti, agli studenti, e ai bambini continuando a sensibilizzare le persone affinché si avvicinino alla pratica musicale. La nostra mission italiana è chiara: ‘Aiutiamo chiunque voglia esprimere le proprie emozioni, imparando a suonare uno strumento, liberando la propria creatività componendo musica, sentendosi protagonista in una comunità di appassionati che suonano, per vivere la musica oltre l’ascolto’". Nel suo ruolo anche di neo presidente di Disma, l’associazione di categoria che racchiude produttori importatori editori e negozi di strumenti musicali, è preoccupato per la salute del settore? "A febbraio abbiamo fatto un sondaggio per avere una fotografia qualitativa del settore. Il comparto dichiara un calo delle vendite tra il 2020 e il 2019 di circa il 20%. Solo pochi negozi hanno chiuso con una crescita entro il 10%. La maggior parte di loro ha goduto di vendite nel periodo di lockdown grazie all’e-commerce, ma tutti hanno dichiarato marginalità in forte calo. Mi auguro che gli appelli rivolti alle istituzioni vengano colti. Il settore della vendita degli strumenti musicali ed edizioni è piccolo, quasi di nicchia, ma attorno gira qualche miliardo di euro dell’intera filiera che va dallo streaming ai concerti, dalle scuole agli strumenti musicali appunto, senza i quali nulla potrebbe avvenire". Ecco, le scuole. Ovvero i giovani e il futuro... "Nel 2020 abbiamo ottenuto un importante riconoscimento dal ministero dell’Istruzione: Yamaha Music è stata riconosciuta dal ministero della Pubblica istruzione come Ente accreditato per la formazione dei docenti delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado. Comunque la nostra business unit Yamaha Music School si occupa da oltre 30 anni del network di scuole private Yamaha e da oltre 5 anni dei progetti all’interno delle scuole pubbliche. Una ‘lezione’ che affonda le sue radici nel 1954, quando viene aperta la prima scuola di musica Yamaha per lo sviluppo dello Yamaha Music Education System di cui è titolare la Yamaha Music Foundation nata nel 1966 grazie alla visione di Genichi Kawakami e al suo credo: ‘Coltivare la sensibilità musicale con la quale ognuno nasce, sviluppare le capacità per suonare e creare musica e condividere la gioia di fare musica con tutti’". Altrimenti, direbbe Frank Zappa, "senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette".