Tecnologie green, Lombardia ai vertici con seimila imprese

Prima per contratti stipulati. L’assessore regionale Guido Guidesi: ulteriori sviluppi da neutralità tecnologica e fondi ad hoc

Industria lombarda all'avanguardia nel campo green

Industria lombarda all'avanguardia nel campo green

Milano – Sostenibilità ambientale, cultura, capacità di coesione: sono i talenti della Lombardia e dei suoi ecosistemi produttivi. È quanto emerso dal rapporto ‘I Talenti della Lombardia’ promosso da Fondazione Symbola e da PoliS – Lombardia, presentato in Camera di Commercio a Brescia da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Roberto Saccone, presidente della Camera di commercio di Brescia; Raffaello Vignali, direttore scientifico PoliS – Lombardia; Domenico Sturabotti, direttore Fondazione Symbola; Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia.

Secondo l’indagine, la Lombardia è la prima regione italiana per imprese, occupazione e valore, ma anche la prima per numero di imprese che effettuano eco-investimenti (88.020) e per contratti stipulati a green jobs (421.171). Sono 37.655 le imprese attive o potenzialmente attive nel settore delle energie rinnovabili, oltre un terzo ha la sede legale in Lombardia, Lazio e Campania. La Lombardia domina con 6.035 imprese, corrispondenti al 16% del totale nazionale, seguita dal Lazio con 4.084 imprese e una percentuale del 10,8%. La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di imprese investitrici in prodotti e tecnologie green, circa 90mila (il 17% del totale nazionale) e con la più elevata concentrazione di potenza installata di impianti FER per la produzione elettrica (15,3% della potenza complessiva a livello nazionale).

Un talento è anche il sistema produttivo culturale e creativo lombardo, che vale 26,4 miliardi di valore aggiunto con 352.600 occupati. Non meno importante è il dato sulle imprese coesive, ovvero quelle dove ci sono forti relazioni tra imprenditori, dipendenti e territorio: quelle lombarde sono il 24% del totale nazionale. "Lo studio – sottolinea Realacci – conferma che esiste un’Italia che può dare un importante contributo se incrocia la green economy con la cultura, la qualità, l’innovazione, la coesione e la bellezza". "I nostri ecosistemi sono i nostri talenti – aggiunge Guidesi – Perché possano svilupparsi sono fondamentali la neutralità tecnologica e la possibilità di investire".