Stipendi, il 40% dei dipendenti lombardi “sogna” 25mila euro l’anno

L’indagine della Cgil: per pareggiare i conti con l’inflazione servirebbero circa 24mila euro. Sondrio, Pavia, Mantova e Como sotto la quota. E oltre un milione non arriva a 10mila euro

Busta paga leggera per i lavoratori lombardi

Busta paga leggera per i lavoratori lombardi

Discontinuità lavorativa, part-time, precarietà contrattuale, ma anche basse qualifiche e mancati rinnovi contrattuali: così in Lombardia oltre un milione di lavoratori del settore privato ha una retribuzione media annua inferiore ai 10mila euro. Ad accendere il focus sulla questione salariale è uno studio della Cgil, condotto da Nicolò Giangrande, economista dell’Ufficio Economia, Area Politiche per lo Sviluppo della Cgil Nazionale. In generale, il confronto con gli altri Paesi evidenzia come, tra il 1992 e il 2022, i salari reali medi tedeschi e francesi hanno registrato una crescita molto sostenuta (rispettivamente +22,9% e +31,6%) mentre quelli italiani e spagnoli si sono contraddistinti per una stagnazione di lungo periodo registrando, rispettivamente, una diminuzione (-0,9%) e una variazione nulla (0,0%). Se si aggiunge anche l’erosione del potere d’acquisto dato dall’inflazione, il gap è ancora più ampio.

Per quanto riguarda, invece, i dati dell’Osservatorio Inps, nel 2022 i lavoratori dipendenti del settore privato italiano, esclusi settore agricolo e domestico, hanno avuto un salario medio annuo lordo di 22.839 euro, +4,2% rispetto al 2021, ma nettamente inferiore all’inflazione del 2022: per poter compensare l’aumento dei prezzi, il salario medio si sarebbe dovuto attestare a 23,8 mila euro lordi annui.

Come si pone la Lombardia in questo quadro? Se consideriamo la retribuzione media annua nel settore privato (escluso il comparto agricolo), il dato complessivo è di 24708 euro, per gli oltre 3,6 milioni di lavoratori, seppur con forti differenze tra le province: se Milano supera i 32 mila euro di retribuzione media annua, a Sondrio si è poco sopra i 21mila euro, così come Pavia, Mantova, Como sono sotto i 23,8mila euro di retribuzione “ideale” per attutire il colpo dell’inflazione. Tuttavia, se si vanno a vedere le classi di reddito, si vede come, a livello regionale, 1.043.041 di lavoratori si collocano al di sotto dei 15mila euro all’anno. Tra questi, sono 1.037.676 i dipendenti con una media di 9992 euro di retribuzione annua. Tra le province, solo a Milano la fascia di lavoratori più povera ha una media di 11625 euro all’anno; per il resto delle province, si è sotto gli 11 mila euro annui, in alcuni casi anche sotto i 10mila euro. Diverse le ragioni, tra cui "un modello di sviluppo fondato su un sistema produttivo a basso valore aggiunto – si legge nella ricerca – che si basa sulla micro-piccola impresa. Questi elementi tendono a generare una domanda di lavoro meno qualificato, più precario e, conseguentemente, meno retribuito, determinando così una minor massa salariale".

C’è poi un maggior ricorso all’uso di contratti precari, ma anche di ritardi nel rinnovare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (in media 30,8 mesi nel 2022), che si traduce in un’ingente massa salariale non in linea con l’aumento dei prezzi.