Samsung e la tassa di successione da 9 miliardi: ecco l'immenso patrimonio di famiglia

La famiglia ha donato dei Monet, Picasso e Dalì ai musei nazionali

Jay Y. Lee

Jay Y. Lee

Costeranno poco meno di 9 miliardi di euro - 12.000 miliardi di won coreani - le tasse di successione degli eredi del gruppo Samsung, dopo la scomparsa, lo scorso ottobre del patriarca Lee Kun-hee.

A fare i calcoli è stata la stessa famiglia, a cui le autorità fiscali avevano concesso sei mesi di tempo per effettuare queste valutazioni. Secondo quanto riporta il Financial Times, gli stessi eredi hanno puntualizzato che la cifra a cui sono arrivati equivale a un multiplo di tre o quatto volte tutto quanto incassato lo Stato della Corea del Sud in tasse di successione lo scorso anno

Il pagamento di questa immensa tassa di successione richiederà 5 anni e avverrà in sei tranche. Ma gli eredi di Samsung hanno voluto spingersi oltre: doneranno milioni di euro per le cure sui tumori infantili, le ricerche sui vaccini e i trattamenti ospedalieri delle malattie infettive. Infine, la gigantesca collezione di opere d'arte del magnate - oltre 23mila pezzi tra cui quadri di Monet, Picasso e Dalì, oltre che di celebri artisti coreani - verrà donata ai musei nazionali. 

Tra i pezzi d'arte donati, ce ne sono 14 classificati come 'tesori nazionalì' e saranno esposti al National Museum of Korea nell'ambito della «passione dli Lee per la collezione d'arte e della sua fede nell'importanza di trasmettere il nostro patrimonio culturale alle nuove generazioni». «Come previsto dalla legge, la famiglia prevede di pagare l'intero importo dell'imposta di successione per un periodo di cinque anni, a partire dall'aprile 2021», ha precisato la famiglia Lee nella sua dichiarazione.

Lee, morto il 25 ottobre del 2020 dopo una lunga malattia all'età di 78 anni, aveva trasformato Samsung Group nella più grande conglomerata della Corea del Sud, di cui vale ora un quinto del Pil e il 20% del suo export. Prese il timone del gruppo nel 1987 in seguito alla morte di suo padre Lee Byung-chul, il fondatore. I media di Seul hanno riferito che è probabile che la famiglia  finanzi le tasse di successione con i dividendi azionari, ma potrebbe anche ottenere corposi prestiti bancari. Nessun dettaglio, invece, è stato rivelato sulla divisioni del pacchetto azionario di vario tipo posseduto dal patriarca, l'uomo più ricco della Corea del Sud con asset totali per circa 23,4 miliardi di dollari. La proprietà azionaria di Lee include il 4,18% di azioni ordinarie e lo 0,08% di privilegiate Samsung Electronics, il 20,76% di  Samsung Life Insurance, il 2,88% di  Samsung C&T e una quota dello 0,01% in Samsung SDS.

I titoli hanno finito la seduta alla Borsa di Seul in perdita sull'annuncio della famiglia Lee che ha pure deciso di donare 1.000 miliardi di won in assistenza sanitaria e cause mediche. Samsung è il più grande 'chaebol' della Corea del Sud, i grandi conglomerati a conduzione familiare che hanno storicamente svolto un ruolo importante nello sviluppo economico del Paese. Tali gruppi, che includono Hyundai Motor e SK, controllano vaste reti di società attraverso una struttura di holding circolare su cui le famiglie spesso esercitano un'influenza indebita sulle società partecipate. Tuttavia, molti cittadini hanno chiesto riforme per limitare il potere dei chaebol sui timori di capitalismo clientelare e corruzione. A gennaio, l'erede di Samsung Jay Y. Lee, 52 anni, è stato condannato a due anni e mezzo di carcere da un tribunale sudcoreano per corruzione di alti funzionari dello Stato, in uno scandalo che ha coinvolto anche l'ex presidente della Repubblica Park Geun-ye, finita sotto impeachment.