Sui casalinghi l’effetto Houti. Kasanova, pesano i trasporti

Il colosso brianzolo sconta i prezzi in aumento. Tiene il web, nuove aperture con Unieuro

Kasanova, il gruppo dei casalinghi nasce ad Arcore, in Brianza, nel lontano 1968

Kasanova, il gruppo dei casalinghi nasce ad Arcore, in Brianza, nel lontano 1968

Arcore (Monza e Brianza) – L’inflazione che sale e pesa sull’affitto degli spazi commerciali e l’aumento dei costi di importazione dall’Oriente a causa delle tensioni internazionali sui viaggi via mare frenano i risultati del colosso dei casalinghi Kasanova, cuore e radici storiche ad Arcore e piani di espansione in tutta Italia. Ma l’azienda rilancia mettendo in campo lo sviluppo della partnership con Unieuro, che ha visto l’apertura di 54 nuovi angoli dedicati al marchio all’interno degli store tecnologici.

I dati del 2023 restano in altalena. Riduzione di poco superiore al 5% per il valore della produzione, calo dei ricavi da ingrosso che vedono un taglio netto del 23%. Restano pressoché invariati gli incassi diretti e quelli legati al web, limati di circa l’1%. Segno di una trasformazione dei canali di vendita in favore di un diverso approccio dei consumatori. Quello che cambia è il margine commerciale che scende dal 46% al 44,6%: causa dei prezzi al pubblico, con prodotti in giacenza smaltiti dopo la fine del picco dei costi di trasporto via mare, per cui si era arrivati anche a 20mila dollari al container.

Una situazione esasperata anche dalla situazione geopolitica dell’area del Mar Rosso. Assicurare il transito nell’area è diventato ancora più difficile dopo il 7 ottobre e l’inizio della guerra in Medio Oriente, con l’intensificarsi dell’attività degli Houti contro le navi occidentali. Come conseguenza i conti dell’azienda sono appesantiti da costi operativi cresciuti di poco meno di 9 milioni di euro. A zavorrare la prestazione del 2023 anche l’inflazione che oltre a scoraggiare i consumi in generale ha portato a un’esplosione dei costi di affitto per la catena di distribuzione che vanta grandi spazi all’interno dei centri commerciali.

Qui l’aumento è stato dell’11%, che si è tradotto in 3,9 milioni di euro di rincari. Il margine operativo ne risente, ma si limita a perdere lo 0,8%. Davanti alle difficoltà però il marchio brianzolo non si scoraggia. Acquisisce l’insegna D-mail, specializzata nella vendita di piccoli oggetti, che da ottobre fa parte della famiglia. Molto dello sviluppo del piano industriale poggia sulla progressione dell’accordo con Unieuro. L’azienda punta quindi a consolidare una storia cominciata nel 1968 con i fratelli Fontana e la distribuzione di piatti, stoviglie e casalinghi porta a porta.