Riforma fiscale, catasto, Iva, Irpef e tasse sulla casa. C'è il via libera del Governo

Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge delega senza i voti della Lega

Mario Draghi

Mario Draghi

Un anno e mezzo, 18 mesi, per ridisegnare il sistema fiscale italiano. Puntando su una maggiore crescita, sul taglio degli adempimenti e sulla lotta all'evasione. E' quanto prevede la bozza della delega fiscale - un testo snello, 9 pagine e 10 articoli in totale - sul tavolo della cabina di regia di Palazzo Chigi col premier Mario Draghi, e approvata dal Consiglio dei ministri.

E proprio fra i contenuti c'è la riforma del Catasto che non convince la Lega e che ha portato i ministri del partito di Salvini a disertare il Consiglio dei ministri odierno. La decisione di opporsi alla riforma del catasto è stata presa dalla Lega questa mattina quando sono circolate le bozze della delega fiscale. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, durante la cabina di regia ha avanzato le proprie perplessità e chiesto tempo. Il Cdm si è svolto senza i ministri leghisti e ha dato l'ok alla legge delega.

Una revisione dell'intero sistema fiscale, partendo dall'Irap ma comprendendo anche l'Ires, il "superamento" dell'Irap, una rivoluzione dell'Iva e anche la riforma del catasto degli immobili. E' insomma un'operazione a 360 gradi in tema fiscale. L'idea complessiva è quella di non aumentare le tasse e nemmeno di aumentare il gettito. L'obiettivo è quello di creare risparmi con un sistema fiscale più efficiente che sarebbe in grado così di garantire maggiori entrate seppur in assenza di aumenti della imposte.

Il provvedimento consiste in 10 articoli: una volta individuate le priorità, spetterà poi al Governo emanare entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi di attuazione.

Gli obiettivi

Sono lo "stimolo alla crescita economica attraverso l'aumento dell'efficienza, della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui redditi derivanti dall'impiego dei fattori di produzione", nonche' la "razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario", "preservare la progressività del sistema tributario" e "ridurre l'evasione e l'elusione fiscale".

Irpef

Si punta ad una revisione per garantire il principio della "progressività". In tal senso, il Governo ha come obiettivo quello di "ridurre gradualmente le aliquote medie effettive derivante dall'applicazione dell'imposta anche al fine di incentivare l'offerta di lavoro e la partecipazione al mondo del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l'attività imprenditoriale e l'emersione degli imponibili". Non solo, ma tra gli obiettivi anche quello di "ridurre gradualmente le variazioni eccessive delle aliquote marginali effettive derivanti dall'applicazione dell'Irpef", nonché "il riordino delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni dall'imposta lorda sul reddito delle persone fisiche". Il Governo vorrebbe ottenere anche "un'armonizzazione dei regimi di tassazione del risparmio, tenendo conto dell'obiettivo di contenere gli spazi di elusione dell'imposta".

Le addizionali regionali

Nulla cambierà per il contribuente. E' quella 'voce' in piu' aggiunta dal Comune e dalla Regione: la bozza specifica che la sostituzione dell'addizionale con sovraimposta avverrà in modo tale che le regioni e i comuni ottengano comunque lo stesso gettito. Nel testo ci sono delle precisazioni, ad esempio per quanto riguarda le regioni sottoposte a piani di rientro per disavanzi sanitari, viene previsto "un incremento obbligatorio della sovraimposta calcolato in modo da garantire lo stesso gettito attualmente ricavato dall'applicazione delle aliquote delle addizionali regionali all'Irpef maggiorate nella misura obbligatoria".

Riscossione

Il Governo vuole orientare l'attività e renderla più efficiente verso "obiettivi di risultato piuttosto che di esecuzione del processo". Si prevede una revisione dell'attuale meccanismo della remunerazione dell'agente della riscossione, "favorendo anche l'uso delle più evolute tecnologie". L'obiettivo resta comunque quello di eliminare "duplicazioni" organizzative, logistiche e funzionali. Si vuole superare inoltre l'attuale sistema connotato da una netta separazione tra il titolare della funzione della riscossione (ossia l'Agenzia delle Entrate) e il soggetto deputato allo svolgimento delle attività di riscossione (Agenzia delle Entrate-Riscossione).

Ires

L'obiettivo è una sua "razionalizzazione" e "semplificazione" da perseguire secondo precisi principi e criteri direttivi, finalizzati alla riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese, anche attraverso un rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali, con particolare attenzione alla disciplina degli ammortamenti. La nuova disciplina dovrà tener conto "delle variazioni in aumento e in diminuzione apportate all'utile o alla perdita risultante dal conto economico per determinare il reddito imponibile, al fine di adeguarla ai mutamenti intervenuti nel sistema economico, anche allineando tendenzialmente tale disciplina a quella vigente nei principali paesi europei; tendenziale neutralità tra i diversi sistemi di tassazione delle imprese, per limitare distorsioni di natura fiscale nella scelta delle forme organizzative e giuridiche dell'attività imprenditoriale".

Iva

Il Governo punta anche a una vera e propria "rivoluzione". In che modo? L'obiettivo, si legge nella bozza, è quello di "razionalizzare la struttura dell'imposta sul valore aggiunto con particolare riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote allo scopo di semplificare la gestione e l'applicazione dell'imposta, contrastare l'erosione e l'evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell'imposta".

Riforma del catasto

Oggetto di confronto politico, la riforma dovrà consistere in "una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale (le ipotesi) al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati". In sintesi, a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale così come avviene ora, bisognerà attribuire anche "il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato". In questo senso, andranno anche previsti meccanismi di "adeguamento periodico" in relazione alle mutazioni delle condizioni del mercato immobiliare. Questi nuovi dati sugli immobili dovranno essere disponibili dal 1 gennaio 2026. Ma, precisa la bozza, "non" serviranno a determinare la base imponibile dei tributi "la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali". "Non cambierà l'imposizione sulle case. Lo dico per smentire le notizie apparse in questi giorni", ha detto Draghi.