Reddito di cittadinanza, è boom: oltre trecentomila con l’assegno

Milano prima, seguono Brescia e Bergamo. Con la pandemia cresce del 50% il numero di famiglie richiedenti

Reddito di cittadinanza (Archivio)

Reddito di cittadinanza (Archivio)

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

 

 

 

Milano - Un assegno medio mensile di 473 euro, e un numero di richieste in costante aumento. Circa il 3% della popolazione lombarda percepisce il reddito di cittadinanza, beneficiando della misura anti-povertà istituita nel 2019 dal Governo Lega-M5s e finita nel mirino per gli scarsi risultati nel reinserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro.

Una parte della riforma, fondamentale nel percorso verso l’autonomia e l’uscita dal sistema dei sussidi pubblici, rimasta per ora incompiuta. I dati Istat sono uno specchio degli effetti della pandemia anche nella regione “motore d’Italia“, dove l’economia torna a correre ma una fetta della popolazione resta ai margini, in condizioni di povertà. In Lombardia, da gennaio ad agosto 2021, sono 147.928 i nuclei familiari che hanno fatto richiesta di reddito o pensione di cittadinanza, per un totale di 302.611 persone coinvolte e un importo medio mensile di circa 473 euro. Nel 2020 i nuclei coinvolti erano 144.413, mentre nel 2019 erano 94.207. I percettori del sostegno al reddito sono sensibilmente aumentati negli ultimi due anni e mezzo, e oggi rappresentano circa il 3% della popolazione lombarda.

La Lombardia è la quarta regione in Italia per numero di richiedenti dopo Campania, Sicilia, Lazio. Milano, con 43.561 nuclei nel 2021, è la città lombarda col più alto numero di richiedenti in valori assoluti, seguita da Brescia (10.952), Bergamo (7.710), Varese (7.210), Monza Brianza (6.864), Pavia (6.044), Como (3.711), Mantova (3.580), Cremona (2.922), Lodi (2.070), Lecco (1.760), Sondrio (887). "I dati dimostrano la bontà delle misure intraprese – sottolinea Monica Vangi, segretaria della Cgil Lombardia –. Migliaia di persone, tra cui minori, oggi si troverebbero sotto la soglia della povertà assoluta se non avessero percepito un sostegno economico. La misura va prorogata finché non saremo usciti dall’emergenza, ma è necessario intervenire sui criteri di accesso per superare le attuali penalizzazioni dei nuclei con minori e delle famiglie numerose e la discriminazione dei cittadini extra Ue. Il lavoro, unico strumento di reinserimento sociale, deve essere la chiave di volta: bisogna investire sul lavoro regolare".

Proprio su questo versante, il meccanismo si inceppa. Il maxi-piano di potenziamento dei centri per l’impiego, legato alla riforma, entrerà nel vivo solo ora, con la conclusione del “concorsone“ lombardo che si è trascinato per mesi. "Contiamo di inserire entro ottobre-novembre i primi cento nuovi operatori", ha spiegato Maurizio Del Conte, presidente di Afol Metropolitana, l’agenzia che gestisce i centri per l’impiego nel Milanese. Fra loro ci sono alcuni dei 293 navigator precari reclutati in Lombardia nel 2019 per assistere i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro: hanno passato il concorso pubblico, ottenendo l’ambito posto fisso. Non sono mai decollati, anche per effetto della pandemia, i lavori socialmente utili che i Comuni dovrebbero avviare per i beneficiari, dalla cura del verde all’assistenza durante eventi pubblici. Progetti sporadici e poco organici, che non hanno mai innescato una corsa alle adesioni.