Pomodori, con il caldo la raccolta si anticipa: "Annata difficile, ma ce la faremo"

Lodi, Solana dà il via al raccolto e guarda avanti: sì a nuovi investimenti in innovazione

Antonio Biancardi, presidente di Solana spa con sede a Maccastorna

Antonio Biancardi, presidente di Solana spa con sede a Maccastorna

Il problema della raccolta prematura dei pomodori non riguarda nella maggior parte dei casi la siccità, ma il caldo. Il rischio, insomma, è che le temperature elevate lo trasformino in una sorta di immangiabile sugo precotto a chilometro zero direttamente sul campo. "Il pomodoro del nord Italia è quasi tutto irrigato a goccia - spiega Antonio Biancardi che gestisce nel Lodigiano Solana spa, un piccolo impero fondato sull’oro rosso, pelato o a cubetti -. Lo si fa da tempo per il risparmio energetico dell’acqua. Il problema della siccità riguarda solo qualche località, dove gli agricoltori hanno esaurito le scorte nei serbatoi. Invece l’anticipo della raccolta riguarda il caldo eccezionale. Noi saremo a pieno regime già venerdì. Di solito la raccolta si effettua in 55 o 60 giorni. Se c’è questo secco e caldo finiremo prima. Certo questa e un’annata difficile, ma non sono un catastrofista e se c’è una cosa che ho imparato in 20 anni di lavoro e che, finché non è finita, non si è mai certi del risultato. Ci tengo a precisarlo, essendo io stesso un agricoltore: non ho mai abbondonato il prodotto nei campi a scapito di chi li coltiva. L’anno scorso, ad esempio, ce n’era di più e lo abbiamo lavorato tutto. Quest’anno abbiamo contratti per 1.650 quintali di pomodoro: avendo Maccastorna, la nostra sede, come riferimento, il campo più lontano si trova a 50 chilometri. Per garantire la qualità, il pomodoro deve stare il meno possibile sul camion. In questo senso i divieti di transito in certi orari dei camion a Castelnuovo e Meleti ci creano proble mi".

A raccogliere i pomodori saranno 120 persone, "di cui 20 nostri dipendenti e il resto, tra diretti e indiretti, addetti di cooperative e logistiche. Ma abitano tutti qua, nella zona di Maccastorna, cerchiamo di dare la casa a tutti". Il problema al momento è contenere i costi: "Stiamo soffrendo - ammette Biancardi -. Siamo un’azienda energivora sia per quanto riguarda l’energia elettrica che il metano. Solana questo inverno coprirà i tetti, dove possibile, per circa il 60/70% delle superfici, col fotovoltaico. Oltre che nel risparmio energetico investiamo molto nella tecnologia. I nostri pomodori passano ai raggi x e al metal detector, per garantirne la qualità, e pur avendo già da 15 anni dei lettori ottici, quest’inverno ne abbiamo installati di nuovissimi, che non ha ancora nessuno: il pomodoro già lavorato, a cubetti, passa sotto i selettori e i pezzi con punti neri o qualche irregolarità vengono aspirati via". La vicinanza dei campi che garantisce una lavorazione in tempi rapidi e i diversi impianti tecnologici hanno consentito a Solana di ottenere una qualità riconosciuta in altri continenti: Circa il 70-75% del prodotto viene esportato: "Solana vende in tutto il mondo ed è numero uno in Giappone ma indirettamente vendiamo anche a Las Vegas, in California, a New York".