Oscar Di Montigny e il concetto di sfera: “Così cambieremo il mondo”

Da Banca Mediolanum a sostenitore dell’humanovability: innovazione, sostenibilità e umanesimo

Oscar Di Montigny

Oscar Di Montigny

Milano, 13 aprile 2024 –  «L’armonia invisibile è una sfera perfetta e incontaminata. Quella visibile, invece, si deforma continuamente sotto il peso della realtà", recita una massima di Eraclito. L’economia sferica che teorizza Oscar Di Montigny, intende portare armonia anche nel visibile, ma come fare, appunto, con il peso della realtà? L’imprenditore e divulgatore, dopo anni in Banca Mediolanum, e dopo una sussurrata parentesi politica, con il suo nome che circolava come possibile candidato contro Giuseppe Sala alle ultime elezioni comunali, ha intrapreso un nuovo percorso, fondando I-deagate, un “humanovability hub“ e grateful foundation, ente del terzo settore che persegue finalità divulgative.

Una «rinascita»?

"Sì, ho avuto un periodo intenso. Sono reduce da un viaggio in Himalaya in solitaria. Un’esperienza struggente e rigenerante. Ne ho scritto anche un libro che uscirà per Rizzoli. È stata un’occasione di riordino delle cose. Tutto questo si riflette sul mio lavoro: le mie idee sono andate più in profondità nel radicarsi e più in altitudine a livello ispirazionale. In che modo? Ci sono diverse facce: innanzitutto continuo a fare intensa attività di divulgazione. Coerentemente ho messo a sistema un approccio di investimento che guardi a startup in linea con i miei valori".

Le sue idee hanno sempre cercato di coniugare l’economia con il sociale. Siamo sulla strada giusta?

"No, siamo sulla strada sbagliata. Ecco perché tra le mie attività c’è anche grateful foundation, che si sta accreditando presso gli enti di ricerca per fare un lavoro di canonizzazione di tutte quelle idee che prima, in modo più artigianale, ho fatto mie. Un’attività di ricerca per teorizzare i principi della teoria dell’economia sferica".

Cosa ha di diverso rispetto all’economia circolare?

"La circolarità è stata una grande intuizione, nata in un momento di urgenza. Ma non sarà sufficiente, perché viene in salvo ad azioni già compromesse. Risolveremo mai il tema del riciclo della plastica? E i cimiteri di rifiuti elettronici in Africa? L’inquinamento aerospaziale? L’uomo continua a inserire novità che porteranno già i prossimi problemi. L’economia sferica vuole rimettere al centro del cerchio una terza dimensione che è data dalla centralità dell’essere umano".

Non si rischia di tornare a una visione antropocentrica?

"No, l’essere umano è al centro perché è l’essere più impattante nel pianeta, e come tale deve diventare responsabile di questo impatto che produce. Serve a monte fare una scelta. Nell’idea della sfera, ciascun individuo può fare la differenza".

Come si mette in pratica questa teoria?

"Abbiamo traslato i principi geometrici all’economia con ingegneri ed economisti. Il metodo di applicazione si chiama humanovability, crasi tra innovazione, sostenibilità e umanesimo. Qualunque organizzazione deve agire in maniera convergente lungo tutte queste tre direttrici".

Come si misura l’efficacia di questo metodo?

"Con uno strumento che si chiama grateful balance, che misura l’impatto sul sistema collettivo e riconduce ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Un’azienda bilanciata su questo sistema oltre ad essere profittevole avrà prodotto come effetto ultimo un senso di gratitudine nel suo mercato".

Insomma, è ancora convinto che le idee cambiano il mondo?

"Sì, poi sono cosciente che bisogna trasmetterle e adottarle, altrimenti non ce ne facciamo nulla".