Nestlè vara il congedo di paternità retribuito di tre mesi: per l'Italia è un record

La legislazione prevede solo 10 giorni. L'iniziativa di chiama Nestlè Baby Leave e costerà all'azienda un milione di euro

Neonato (foto repertorio)

Neonato (foto repertorio)

Assago (Milano) - In un Paese in cui il massimo a cui può aspirare un neo papà è un congedo retribuito di 10 giorni (misura che solo recentemente è diventata strutturale), la novità di welfare varata da Nestlé insieme alle organizzazioni sindacali degli alimentaristi - Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil - una mezza rivoluzione. Il colosso multinazionale ha varato la 'Nestlé baby leave', un congedo retribuito di 3 mesi (12 settimane consecutive) di cui potrà usufruire il papà lavoratore o il secondo caregiver in occasione della nascita di un figlio o dell'adozione di un minore. Complessivamente, il gruppo arriverà a investire oltre 1 milione di euro all'anno per questa nuova misura a sostegno della genitorialità condivisa.

La 'Nestlé baby leave' potrà essere fruita dal secondo caregiver in un'unica soluzione entro sei mesi della nascita di un figlio o dell'adozione di un minore, per assicurarsi che i genitori abbiano il giusto tempo per definire una routine di collaborazione e supporto reciproco. Il nuovo congedo avrà assicurata l'erogazione di tutti gli elementi retributivi

Obiettivo dell'accordo: consentire a tutta la famiglia di dedicare tempo ed energie al nuovo arrivato, in un periodo particolarmente delicato non solo per la crescita del bambino, ma anche per quella dei genitori. La nuova policy rappresenta un importante passo in avanti sia rispetto ai dieci giorni previsti attualmente dalla legislazione italiana, sia alle politiche adottate finora da Nestlé stessa che, già dal 2012 e per prima in Italia, ha introdotto due settimane aggiuntive di congedo retribuito per il lavoratore padre o secondo caregiver, misura che dal prossimo mese verrà superata dalla 'Nestlé baby leave'. 

"L'accordo sindacale mira ad agevolare la conciliazione dei tempi vita e di lavoro, attraverso il bilanciamento dei carichi familiari promuovendo, in questo modo, anche la carriera femminile e una genitorialità sempre più condivisa", hanno ricordato Massimiliano Albanese, Sara Palazzoli, Angelo Paolella e Michele Tartaglione, per le segreterie nazionali, rispettivamente, di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil.

"L'intesa raggiunta - hanno aggiunto - oltre a rappresentare una concreta misura in favore delle pari opportunità tra uomini e donne nell'ambito lavorativo, delinea una lungimirante strategia sociale nella convinzione che la tutela e la promozione della genitorialità è al contempo una opportunità in favore delle attuali generazioni e un investimento per quelle future. Fai, Flai e Uila auspicano che questo accordo possa fare da apripista sia nella contrattazione collettiva che nel Paese".  L'impegno e le iniziative adottate per supportare la genitorialità hanno già portato a ottimi risultati, come dimostra il tasso di natalità interno all'azienda di 1,6 figli per donna nel 2021, un dato più alto della media italiana, che si attesta a 1,24. Il grande lavoro di Nestlé è stato riconosciuto anche dal Bloomberg gender equality index che nel 2022, per il quarto anno consecutivo, ha premiato l'azienda per i progressi compiuti nel perseguimento di una cultura aziendale inclusiva, che comprenda parità di genere e salariale.