Mutui, stretta sui finanziamenti: un lombardo su 5 troppo povero, niente prestiti dalle banche

Dopo l’aumento dei tassi della Bce e il caro-rate, il 18,1% dei cittadini non può permetterselo. Record a Milano e Lecco: oltre il 21% non ha i requisiti di sostenibilità per sostenere il piano

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Milano – "Non ha i requisiti”. È la risposta che un lombardo su cinque potrebbe ricevere andando in banca a chiedere un mutuo dopo il sesto rialzo consecutivo dei tassi di interesse stabilito dalla Banca centrale europea.

La manovra monetaria finalizzata a contenere l’aumento dei prezzi provocato dall’inflazione rischia di limitare ulteriormente le possibilità di investimento dei consumatori. Con l’innalzamento dei tassi di mezzo punto (dal 3 al 3,5%) deciso il 16 marzo dalla Bce, il 18,1% dei lombardi risulta escluso dalla possibilità di attivare un mutuo sulla base del requisito rata/reddito. Per concedere il prestito, infatti, le banche chiedono a loro garanzia che l’importo mensile non superi il 35% della busta paga. Un parametro che con la revisione dei tassi della Bce sempre meno lavoratori riescono a rispettare. Già con i precedenti ritocchi dei tassi, le rate dei mutui avevano subìto aumenti record. Chi, ad esempio, nel gennaio 2022 ha sottoscritto un piano da 126mila euro in 25 anni con un tasso variabile - la soluzione più gettonata perché i tassi erano vicino allo zero - pagava 456 a mese; nel secondo trimestre dell’anno dovrà prevedere un esborso intorno ai 700 euro. Nei primi due mesi, il rincaro del costo del denaro da parte della Bce ha avuto due conseguenze: secondo l’analisi di Facile.it, il portale che confronta i mercato legato alle spese della case e della finanza, la richiesta media di mutui per l’acquisto della prima casa è scesa a 136.935 euro, valore in calo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022. Sono raddoppiate, parallelamente, le richieste di surroghe - le domande per spostare il mutuo in altre banche cercando soluzioni più vantaggiose - che rappresentano il 20% delle richieste di finanziamento tra gennaio e febbraio.

Dopo l’ulteriore rialzo del 16 marzo, a preoccupare è lo scenario futuro dell’accesso al credito. In Lombardia, secondo Facile.it, la situazione più allarmante si registra in provincia di Milano: nella Città metropolitana il 21,4% - quasi uno su quattro - non riesce a rispettare il parametro rata/reddito applicato per erogare un mutuo. Stesso trend anche in provincia di Lecco, dove il 21,1% della popolazione rischia di non avere accesso a un finanziamento a medio-lungo termine finalizzato spesso all’investimento nel mattone. Tra i dati più alti si segnalano quelli di Monza e Brianza (18,4%) e Como (17,6), con Brescia (16,7%) a chiudere le prime cinque province lombarde con più “esclusi“.

Lo scenario cambia totalmente invece in Valtellina: in provincia di Sondrio, “solo“ il 9,5% - uno su dieci - ha un reddito incompatibile col parametro richiesto per ottenere un mutuo. Molto più basse della media regionale anche le percentuali registrate a Varese (11,2%) e nella Bassa Lombardia: Cremona col 12,3%, Pavia col 13,1% e Lodi (14,6%) presentano trend inferiori al dato lombardo.