
Pierluigi Monceri, direttore regionale Isp
Milano - "Sarò soddisfatto quando alla fine avrò lasciato qualcosa in più in termini di valore al nostro territorio". Pierluigi Monceri, varesino con una lunga esperienza nel credito, da una settimana è tornato in Lombardia. Guida la direzione regionale di Milano e Provincia di IntesaSanpaolo dopo un importante periodo a Roma.
Che territorio ha trovato? "Prima della crisi del 2008 Roma era il punto di riferimento, la pietra di paragone di Milano. Oggi non è più così, il punto di riferimento è l’Europa, l’indice di produttività è 89, la media italiana è 60. Quello di internazionalizzazione è 67, in Italia siamo a 54".
L’emergenza Covid, a fatica, sembra alle spalle. E adesso è arrivata la guerra in Ucraina... "Al momento l’impatto dell’area coinvolta sull’export di una zona come la Brianza è del 2,5%, 1,5 miliardi all’anno, soprattutto su moda e meccanica. Conseguenze dirette per ora abbastanza limitate. Certo, ci saranno conseguenze indirette come l’aumento dei costi per le aziende e le famiglie. Noi in questo territorio abbiamo una quota di mercato del 25%, sappiamo che parte delle aziende stanno riallineando i prezzi, alcuni rinunciano a commesse e si fanno scorte di materia prima e semilavorati. Questo può provocare un calo dei margini".
E voi come operate? "Noi stiamo, da sempre, accanto a imprese e famiglie. Aiutiamo le aziende a rilanciarsi, attraverso i mercati esteri, attraverso l’evoluzione digitale, attraverso la valorizzazione delle intere filiere. Rilanciarsi significa anche trovare nuove produzioni, nuovi mercati. Per esempio, in questa fase di contrazione della globalizzazione molte aziende stanno riportando qui produzioni chiave per ridurre la dipendenza da alcuni componenti".
La Lombardia che prospettive ha? "È la zona che saprà sicuramente reagire in modo migliore. Qui il Pnrr, anche se non avrà gli effetti che erano prevedibili lo scorso anno, dispiegherà il meglio delle proprie facoltà. In termini di internazionalizzazione, capacità logistiche, attitudine alla digitalizzazione c’è una predisposizione naturale. Il nostro ruolo è quello di accompagnare come partner l’evoluzione delle aziende e delle filiere, sostenerle nel percorso tracciato dal Pnrr. Attraverso il suo Innovation Center la banca sviluppa progetti di ricerca applicata, supporta startup ad alto potenziale e accelera la trasformazione delle imprese".
E per le famiglie? "Siamo impegnati nella gestione del risparmio di un territorio oggettivamente ricco, con 28mila euro di reddito medio contro i 19mila italiani. Seguiamo le esigenze di consumo e di investimento, a partire dall’immobiliare. A Milano il mercato è cresciuto del 21% nel 2021 rispetto al 2020 e del 2% sul 2019, segno della vitalità del settore. Non siamo solo un supporto all’acquisto, ma, con la nostra piattaforma, dei facilitatori nel campo del superbonus, che qui vale 3,5 miliardi per 19mila interventi. Salire di due classi energetiche significa incrementare il valore e ridurre, su un patrimonio edilizio che per il 60% è degli anni Sessanta e Settanta, i consumi di quattro volte".
Ci saranno però aspetti in cui la Lombardia è in ritardo? "Difficile se si considera il confronto con il resto del Paese. L’Italia è ventesima su ventisette stati europei nell’indice Desi, quello che misura la propensione al digitale. L’indicatore per l’Italia è 45, la media Ue è 55. Quella lombarda è 72 su 100".
IntesaSanpaolo è reduce da una stagione di fusioni e riorganizzazioni. È andato tutto a buon fine? "Nella gestione di riorganizzazione e integrazione di strutture diverse siamo un modello a livello europeo. Abbiamo cominciato otto anni fa. In piena pandemia abbiamo gestito l’integrazione fra la prima e la quarta banca italiana, solo con strumenti digitali. Il risultato è stato straordinario".
Che eredità vorrebbe lasciare a fine incarico? "Avere creato valore per il territorio. Supportare come partner aziende e famiglie. Abbiamo, un progetto di crowdfunding , Formula,dedicato a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e valorizzazione personale per le persone in difficoltà. E ogni euro investito lì, viene seguito e ha la certezza di essere messo a frutto".