Alle imprese lombarde servono lavoratori stranieri, ma non li regolarizzano: “Flop Decreto flussi”

Per il Click day sono arrivate quindicimila domande in regione per 80mila ingressi, ma servono 300mila persone. Rischio stop per le aziende

Arrivo della nave Geo Barents con a bordo 339 migranti

Arrivo della nave Geo Barents con a bordo 339 migranti

Poco meno di 15.800 richieste, oltre il 20% dei posti disponibili, ma “solo” il 6,5% delle domande arrivate da tutta Italia. È stata tiepida, o forse scoraggiata dall’overbooking, la risposta delle imprese lombarde al click day del 27 marzo scorso, previsto dal Decreto Flussi 2022 per consentire ai datori di lavoro di trasmettere le istanze per l’ingresso di lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato, anche stagionale.

A scoraggiare le imprese è stato probabilmente il metodo ed il numero di posti, 82.705, bassi rispetto alle aspettative. In effetti, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, la piattaforma gestita dal Dipartimento immigrazione e libertà civili del Ministero dell’Interno, già nel primo minuto aveva acquisito 10.198 domande, diventate 77.951 nel quinto minuto fino ad arrivare alle 252mila totali, tre volte tanto i posti disponibili.

La classifica delle regioni

Poco meno della metà, ovvero 109mila istanze, sono arrivate dalla sola Campania, che ha distaccato il Lazio (al secondo posto con 20.879) e il Veneto (20.661). La Lombardia è quinta dopo la Puglia con 15.790 domande, di cui 6.905 solo a Milano (tra le prime 10 province in Italia, unica lombarda). La maggior parte delle richieste del capoluogo meneghino hanno riguardato subordinati non stagionali (6.068); per questa tipologia, anche le 2.051 richieste arrivate da Brescia rappresentano uno dei numeri più elevati tra le province italiane.

Settori e nazionalità

Le domande presentate dai datori – che hanno indicato il nominativo del lavoratore, la nazionalità secondo quelle riportate dal Decreto flussi, e il relativo settore di impiego – sono già in corso di distribuzione, per ambito provinciale, a ciascuno Sportello Unico per l’Immigrazione, che potrà così procedere alle pratiche, in base all’ordine cronologico di arrivo delle istanze e nel limite delle quote assegnate dal Ministero.

Il settore produttivo maggiormente richiesto nell’ambito del lavoro subordinato non stagionale, (autotrasporto, edilizia, turistico-alberghiero, meccanica, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica navale) è l’edilizia con oltre il 70%. Il Bangladesh, invece, la nazione più rappresentata (46,13%), seguita dall’India e dal Marocco (18%).

Il personale non si trova

Il basso numero di istanze arrivate dalla Lombardia stride con le difficoltà di reperimento di personale che le imprese denunciano tempo. Secondo l’ultima analisi delle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali elaborata nell’ambito del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con Anpal, dal 2023 al 2027 le imprese lombarde avranno bisogno di oltre 714.000 lavoratori, in aumento rispetto alle previsioni degli anni passate per effetto degli investimenti legati al Pnrr.

Considerando che la difficoltà si sta consolidando attorno al 40%, significa che mancheranno quasi 300mila lavoratori, ben sopra il totale delle istanze arrivate per il decreto flussi da tutta Italia. Tra i settori più colpiti dalla carenza di personale c’è l’agricoltura. Confagricoltura Lombardia sta già chiedendo, ad esempio, un nuovo decreto flussi. "La preoccupazione è che, in mancanza di unità lavorative sufficienti per affrontare le raccolte delle derrate alimentari, molto prodotto vada inevitabilmente perso", commenta l presidente di Confagricoltura Lombardia Riccardo Crotti.