La Politica Agricola Comune delle diseguaglianze

di Davide Gaeta

La Politica Agricola Comunitaria, detta PAC, movimenta oltre 50 miliardi di euro annui e rappresenta ancora la quota maggiore della spesa comunitaria. All’Italia arrivano sei miliardi circa, destinati al sostegno agli agricoltori. Sembrerebbe dunque il paradiso dei contributi pubblici ma nel dettaglio si scopre un mondo di inefficienze e diseguaglianze che grida vendetta.

Tra i temi caldi, i cosiddetti ‘titoli Pac’ meritano qualche spiegazione a chi non è addetto ai lavori. Il pagamento unico, quale intervento finalizzato al sostegno della produzione agricola, è un titolo di credito. Il valore in Italia è molto diverso da agricoltore ad agricoltore. Questa diversità risale al meccanismo del disaccoppiamento, basato su criteri storici, cioè di quello che percepiva un ettaro nel periodo di riferimento 2000-2002. Ci sono agricoltori che hanno titoli di valore molto basso, pari a cento euroha: sono gli agricoltori, specializzati nella viticoltura, frutticoltura, foraggere o comunque settori che non beneficiavano di pagamenti diretti nel periodo di riferimento.

A seguire, ci sono agricoltori che hanno titoli di valore alto, anche superiore a 1.000 euroha che provengono da settori fortemente sostenuti dalla Pac, quali pomodoro da industria, agrumi, tabacco, zootecnica da latte e da carne, olivo, riso. Infine, ci sono agricoltori che hanno titoli di valore altissimo, superiore a decine di migliaia di euroha derivanti dal disaccoppiamento di vecchi premi o titoli speciali. Il Reg. n. 20202220, il cosiddetto regolamento transitorio, proroga l’attuale sistema al 2022. Pertanto, il sistema attuale dei pagamenti diretti sarà ancora in vigore malgrado queste ingiustizie, favorendo pochi e scontentando molti.

davide.gaeta@univr.it